by Mariangela Traficante | 12 Marzo 2021 11:13
Saranno una coppia di spagnoli i primi ospiti al nuovo Milano Verticale[1], nel distretto Porta Nuova-Garibaldi. Sono attesi per 1° maggio, proprio l’ultima data fissata per l’apertura di quello che diventerà il flagship hotel del Gruppo, sotto le insegne del brand Una Esperienze. Lo raccontano il direttore Giovanni Testa e l’operation manager Roberta Battistuzzi, mentre ci conducono tra sale e corridoi alle prese con gli ultimi preparativi di un cantiere che ha dovuto fare i conti quasi in pieno con l’anno della pandemia.
Elogio del design italiano con vista sullo skyline meneghino quasi a 360 gradi: la parte più alta della struttura è infatti una torre di 13 piani. L’altra, più bassa, conta tre piani ma entrambe hanno una cosa in comune su cui l’hotel sembra decisamente puntare: gli spazi open-air e le soluzioni modulabili.
Sono questi infatti due highlight dell’hotel, che punta a riprendersi il mercato degli eventi, quando tornerà, ma che per farlo si dota di asset indispensabili al tempo del Covid.
RIUNIONI OPEN AIR. Tra questi il giardino interno, da oltre 900 metri quadri, ma anche una terrazza coperta al quarto piano che potrà servire per eventi all’aperto e, con opportuni pannelli fonoassorbenti e tende oscuranti anche per riunioni business, come anche la rooftop terrace, a cui si accede dalle quattro penthouse suite.
Tra spazi all’aperto e modulabili, l’hotel cerca di essere pronto alle nuove esigenze che il comparto richiederà. Come l’ibrido: «Abbiamo stretto una partnership con una startup, grazie alla quale la sala meeting più grande sarà attrezzata con una parete finger touch e videocamere puntate su palco, monitor e sala, il cliente che acquisterà questa tecnologia avrà a disposizione un link da condividere con i colleghi in remoto. Abbiamo già ricevuto tre richieste in una settimana», spiega il direttore Testa. E Milano Verticale sarà l’hotel tester di questo approccio, se funzionerà potrebbe espandersi in altre strutture.
CAMERE MODULARI E V FLOOR. Modulare sembra essere una parola d’ordine: lo sono anche le camere, 173 , che spesso si possono unire per ospitare gruppi e, nel caso delle quattro penthouse suite, anche eventi privati. Con un occhio anche a intercettare la nuova tendenza della workation, il lavoro lontano da casa[2], con camere attrezzate per clienti business anche di soggiorno più lungo. E d’altronde business e leisure rappresentano le due metà della torta che la struttura punta a intercettare, insieme ai cosiddetti “professionisti creativi” e, appunto, agli eventi, in primis quelli del settore pharma, tra i clienti top.
E pur decidendo di farlo “rimanere” un 4 stelle superior, Una ha deciso di ricreare una sorta di “esclusività” al suo interno, lanciando la sfida ai 5 stelle: «Gli ultimi tre piani fanno parte del cosiddetto V Floor, ovvero una ventina di camere (penthouse suite comprese) seguite da un guest relation, un V ambassador, una lounge riservata con accesso 24 ore su 24 e, inclusi nel pacchetto, una serie di servizi che sono invece extra per gli altri ospiti, compresi gli attrezzi fitness da richiedere in camera», spiega ancora Testa.
PRESTO DUE RISTORANTI. A maggio aprirà anche uno dei due ristoranti che portano la firma di Enrico Bartolini, affiancato dal resident chef Franco Aliberti. Il fine dining sarà affidato a un altro ristorante gourmet. Aprirà a settembre e già ambisce alla stella Michelin. Intanto a fine marzo partirà la campagna di comunicazione dell’hotel sui social affidata a cinque “ambassador” della creatività e design milanese.
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