Con il varo del nuovo governo Draghi torna anche l’ipotesi Lufthansa nel futuro di Alitalia. La compagnia aerea italiana, paralizzata dallo stallo politico e dalle ipotesi per la vendita degli asset, sarà uno dei dossier più caldi sul tavolo del nuovo esecutivo. Ora spunta, secondo il quotidiano La Repubblica, un piano in tre fasi che porterebbe Alitalia tra le braccia del colosso tedesco.
Il progetto prevede tre fasi: la prima vedrebbe il commissario straordinario Giuseppe Leogrande incaricato di conferire tutti gli asset (aerei, immobili, marchio, programma Millemiglia, rotte e una parte rilevante del personale, oltre alle divisioni manutenzione e handling) alla controllata Cityliner.
Nella seconda fase, quindi, Cityliner verrebbe ceduta al ministero dell’Economia (che vedrebbe quindi rimborsato il suo credito verso l’amministrazione straordinaria, ndr) che potrebbe affidare proprio a Cityliner il compito di ripartire subito con le operazioni di volo, visto che la licenza è già operativa. Il terzo ed ultimo passaggio, infine, vedrebbe il possibile passaggio di Cityliner a Ita, la newco guidata da Francesco Caio e Fabio Lazzerini, che per dare spinta al piano industriale cercherebbe l’accordo con Lufthansa per soddisfare l’esigenza di un partner industriale forte dentro la compagine.
“I prestiti saranno restituiti allo Stato attraverso Cityliner soddisfacendo così le richieste dell’Europa, mentre gran parte dei dipendenti, circa 5.500, saranno salvi”, sottolinea La Repubblica. Questo progetto dovrebbe soddisfare un po’ tutti: salvaguardare la maggior parte dei posti di lavoro, accontentare le richieste di discontinuità dell’Europa, dare una prospettiva alla newco e mettere Alitalia su un percorso di ripartenza più forte.
Nel frattempo, però, il ceo del Gruppo Lufthansa Carsten Spohr non commenta le voci, ma si sofferma sulla crisi del trasporto aereo. Durante un evento online della London School of Economics Spohr ha sottolineato come le prospettive siano tutt’altro che rosee. Il ceo non prevede una ripresa veloce del traffico aereo e anche in estate immagina un numero di passeggeri inferiore del 40-60% rispetto al periodo pre-crisi.