La Nuova Alitalia prenderà il via nel mese di maggio, sotto il controllo statale e con una flotta che sarà più che dimezzata. Resta invece ancora tutta da decidere la scelta del partner internazionale con la (solita) alternativa tra le compagnie che già fanno parte dell’alleanza transatlantica di Delta, Virgin Atlantic e Air France-Klm e il blocco formato dal Gruppo Lufthansa e United.
Secondo quanto riporta corriere.it, poi, i fondi previsti per finanziare il decollo del vettore sarebbero destinati ad aumentare (come già si era ipotizzato, i 500 milioni previsti inizialmente per il 2020 dal decreto Cura Italia potrebbero passare a 700, come alcuni emendamenti al decreto vorrebbero, ndr).
Al piano illustrato in una videoconferenza a Cgil, Cisl, Uil e Ugl dai ministri Stefano Patuanelli (Sviluppo economico) e Paola De Micheli (Infrastrutture e Trasporti), i sindacati non si sarebbero però mostrati d’accordo, chiedendo un per la newco un “progetto coraggioso”, con “forti investimenti dello Stato”, come stanno facendo altri governi europei.
«Per noi non è condivisibile un progetto di una compagnia ridimensionata nei numeri della flotta», hanno detto al termine dell’incontro Cgil e Filt, sottolineando come per la compagnia occorre un progetto industriale con una flotta che possa, a fine emergenza, competere con le altre grandi compagnie europee. «La nuova Alitalia – concludono Cgil e Filt – deve di conseguenza necessariamente investire sul settore volo, sulla manutenzione e sull’handling, senza escludere nessun lavoratore dal ciclo produttivo”.