Una flotta più giovane, un network più efficiente, con nuove tratte intercontinentali non soltanto sull’hub di Roma Fiumicino, ma anche su Malpensa. E in più una flotta che richiederà un «investimento in particolare sul lungo raggio», comprando quindi velivoli a doppio corridoio per i voli intercontinentali. Sarà però una flotta «omogenea», con un’ottimizzazione sui costi di manutenzione. Il tutto senza dimenticare di buttare un occhio al cargo, «rientrando in un mercato che era stato abbandonato».
La Nuova Alitalia nazionalizzata targata Fabio Lazzerini, così come è stata tratteggiata nelle scorse settimane dalla ministra dei Trasporti Paola De Micheli durante l’audizione alla Commissione Trasporti della Camera, partirà dunque con poco più di tre miliardi in cassa (alla dotazione della ricapitalizzazione, infatti, bisogna aggiungere un “tesoretto” di non più di 232 milioni di euro, secondo quanto stimato da corriere.it a fine maggio).
Ancora tutto da risolvere, invece, il nodo delle alleanze. «Sarà necessario il riposizionamento – ha detto il ministro dei Trasporti – Il percorso potrà determinare le premesse per eventuali nuove sinergie industriali». Per la newco, poi, non si prospetta nessuna battaglia con le low cost, almeno non con la regia del governo. «Non c’è alcuna intenzione di danneggiare nessun operatore, con un mercato potenziale come quello italiano di 200 milioni di passeggeri abbiamo bisogno di tutti i vettori», ha ribadito il ministro, lasciando la porta aperta all’interessamento di Alitalia per alcuni asset oggi in mano ad Air Italy.
A turbare i piani del nuovo amministratore delegato rimangono però due nodi: quello degli esuberi, con il governo che intende tutelare al massimo i lavoratori; e il capitolo europeo. Nel primo caso, l’obiettivo per quanto riguarda il personale di volo potrebbe essere raggiunto grazie a una flotta che non andrà oltre i 100 aerei (dagli attuali 113), anche se nella prima fase partirà con un numero ridotto in linea con un mercato fortemente colpito dall’emergenza sanitaria.
Altro fronte caldo, quello con Bruxelles che negli ultimi giorni si è arricchito del capitolo Ryanair, dopo che la compagnia irlandese ha annunciato di voler presentare un ricorso alla Commissione europea contro la costituzione di una newco a controllo pubblico per Alitalia.
Ma non è finita, perché l’intera operazione newco Alitalia è al vaglio della Commissione Ue che dovrà accertare i requisiti di corrispondenza alle norme vigenti. In sostanza, Bruxelles dovrà verificare che sia applicato il principio di discontinuità tra vecchia e nuova gestione. Una questione non facile da risolvere, se si pensa che Alitalia si trovava già in stato di crisi prima del 31 dicembre 2019, mentre gli interventi previsti per fare fronte all’emergenza Covid sono stati consentiti a livello governativo dopo tale data.
«In casi come quello riferito ad Alitalia, si usano determinati criteri per valutare se la discontinuità sia effettiva, a cominciare dagli strumenti utilizzati per la transizione dall’azienda preesistente al nuovo soggetto per arrivare al piano industriale, con l’assegnazione degli asset e dei dipendenti», ha dichiarato a questo proposito Margrethe Vestager, Commissario europeo per la concorrenza.