L’opportunità è più unica che rara. Oltre il 20% dei luxury traveller stranieri sceglie ormai abitualmente mete della nostra Penisola, attratto dallo “stile di vita italiano” che associa al Paese un’immagine di esclusività, come reso noto dall’Enit in occasione della fiera Iltm di Cannes. Alla luce di questo, nell’immediato futuro, l’Italia può giocarsi carte vincenti al tavolo del turismo mondiale. Come? Beneficiando del potere finanziario degli high spender, che risentono meno degli altri viaggiatori delle incertezze geopolitiche e macroeconomiche.
Occorrono almeno due mosse strategiche: che il capitale umano segua una formazione mirata per qualificare l’ospitalità, e i servizi turistici e investimenti sui territori decentrati che gravitano intorno alle mete “grandi attrattori”. Due declinazioni del turismo alto di gamma del futuro affrontate nel corso della 13ª edizione di Travel Hashtag, a Bologna, format ideato da Nicola Romanelli che osserva: «Dopo 13 edizioni organizzate in cinque anni tra Italia ed estero, Travel Hashtag è ormai un meet up, laboratorio di idee e luogo di confronto tra esperti che tracciano prospettive e progettualità per sviluppare nuove forme di turismo. Nel caso del luxury travel c’è davvero tanto da fare, ma abbiamo un immenso giacimento di eccellenze che è l’Italia».
E la lente d’ingrandimento di Travel Hashtag, focalizzata quest’anno sul turismo di lusso, ha riservato dati e indicazioni interessanti. Prima fra tutti l’istantanea scattata da una ricerca di Booking sul profilo 2024 del turista di lusso che si muove sul web, anticipata da Alessandro Callari, manager Italia della ota, presente all’evento; nel panorama delle prenotazioni online il bacino dei luxury traveller è dominato dai viaggiatori internazionali (85%).
Inoltre, il cliente di alta gamma prenota con largo anticipo, soggiorna molto più a lungo della media generale (+16%) e un buon 24% del target è rappresentato da single traveller. Infine nel 73% dei casi, tra i clienti alto spendenti c’è una forte attenzione per strutture che adottano pratiche sostenibili.
INVESTIMENTI, ECCELLENZA E CAPITALE UMANO AL TOP
Ma se il luxury travel è asset strategico del nostro incoming, come ha confermato Alessandra Priante, direttore per l’Europa dell’Unwto, che ha
rivelato che il segmento crescerà a un ritmo del +8% annuo, diventa indispensabile, in una macro regione come l’Europa, istituire un commissario Ue per garantire un coordinamento. Mentre sugli investimenti François Droulers, cofounder e ceo di Eidos Hotel Capital Partners, fondo americano specializzato nello sviluppo alberghiero di lusso, non ha dubbi: «Ci sono grandi opportunità per l’Italia, che vanno però accompagnate da adeguate infrastrutture e amministrazioni locali lungimiranti che comprendano l’importanza di agevolare gli investimenti per qualificare aree decentrate intorno a classiche destinazioni».
Massimiliano Zanardi, ceo di Marzocco Group, è convinto che sia fondamentale poter contare su tempistiche certe nella progettazione di nuove strutture per l’ospitalità di lusso, soprattutto in aree decentrate da lanciare come eccellenze del territorio. L’esempio è il suo Gruppo, impegnato nel recupero di due monasteri nel Fiorentino e poderi nel Mugello. E ancora, il turismo di lusso richiede impegno nella qualificazione del capitale umano. Palmiro Noschese, strategic advisor per l’ospitalità di lusso, segna la strada: «Dobbiamo passare dai guanti bianchi, simbolo della classica ospitalità di lusso, ai guanti rossi della passione, perché anche il luxury traveller vuole emozionarsi ed essere assistito da chi sa narrare luoghi e tipicità. Per far questo occorre formare personale d’eccellenza».
AI E AGENZIE DI VIAGGI AL SERVIZIO DEL PRODOTTO
Accanto al capitale umano serve l’innovazione. Ne è certo Martin Sapori, vice president sales per Europa e Nord Africa del Gruppo Accor: «Si deve investire nell’applicazione pratica dell’intelligenza artificiale, ad esempio per realizzare assistenti virtuali multilingue in grado di personalizzare l’accoglienza per qualsiasi tipologia e nazionalità di ospite. In questa sfida è coinvolta anche la distribuzione e il mondo agenziale; ne è certo Andrea Babbi, vice presidente di Fiavet: «Il segmento lusso è una grande opportunità per le agenzie di viaggi che possono investire, ad esempio, nella fascia di clientela dei baby boomer che, oltre a capacità economiche, hanno tanto tempo da dedicare ai viaggi».