Saltato il vertice sul dossier Alitalia tra il premier Conte e i ministri Di Maio e Toninelli (previsto per la serata di mercoledì scorso), piloti e assistenti di volo dell’ex compagnia di bandiera alzano la voce contro il governo proprio riguardo la gestione del vettore commissariato da più di due anni ormai.
I rappresentanti dei lavoratori, riuniti sotto la sigla della Federazione Nazionale del Trasporto Aereo hanno sottolineato una certa preoccupazione riguardo le ipotesi circolate nelle ultime settimane, ovvero “piani industriali in preparazione, soprattutto per la candidatura di soggetti (vedi Lotito e Toto, ndr) non del settore che, per quanto validi imprenditori, non potrebbero fornire mai le necessarie garanzie di successo al progetto”.
La richiesta dei lavoratori, infatti, poggia sulla necessità di “abbandonare le ipotesi di mezzi piani dal futuro incerto e costruire un vero piano industriale di rilancio, solido e di ampio respiro”. Le candidature del Gruppo Toto e del patron della S.S. Lazio, Claudio Lotito, sono al centro di questo allarme, sebbene il vicepremier Matteo Salvini abbia già bocciato proprio un eventuale ingresso nella newco da parte del presidente della Lazio. In ogni caso, i sindacati – convocati al Mise il prossimo 3 luglio – si sono detti non disposti a discutere di soluzioni interlocutorie.
I lavoratori, invece, vedrebbero di buon occhio l’ingresso nella nuova Alitalia della holding Atlantia, che gestisce Autostrade per l’Italia e Aeroporti di Roma. Un nome che mette d’accordo tutti gli attuali partner – da Delta Air Lines fino al capo-cordata Ferrovie dello Stato – a esclusione, in maniera paradossale, della stessa Atlantia che tramite il suo amministratore delegato, Giovanni Castellucci, ha fatto sapere più volte che “non esiste alcun tipo di accordo su Alitalia” e di essere impegnata su molti altri fronti, “pur seguendo con attenzione il futuro della compagnia”.
La partita su Atlantia, infatti, sembra essere tutto un braccio di ferro tra Lega e M5S con i pentastellati che faticano ad ammorbidire le proprie pregiudiziali sul Gruppo dei Benetton e non vogliono sottostare al diktat di Matteo Salvini, che considera Atlantia l’unico partner credibile per rilanciare Alitalia. Motivo per cui, secondo voci di corridoio, è saltato il vertice con il premier Conte di mercoledì. Di Maio, infatti, vuole prendere tempo per non arrivare a un ennesimo muro contro muro tra le due anime di governo.