by Andrea Lovelock | 13 Marzo 2020 10:57
Si lavora a porte chiuse o serrande abbassate[1]. Il mondo delle agenzie di viaggi e dei tour operator, pur rispettando rigorosamente le disposizioni dell’ultimo dcpm anti coronavirus dell’11 marzo, è comunque operativo, come spiegano le associazioni di categoria.
“Da oltre un mese, ossia dall’inizio dell’emergenza sanitaria – precisa Astoi – intrattieniamo costantemente relazioni con gli associati e con Farnesina, Ambasciate e Consolati all’estero, supportando i t.o. nella gestione e nell’organizzazione di tutto dei rimpatri, nell’assistenza agli italiani posti in quarantena all’estero, nelle riprotezioni dovute a cancellazioni di voli. Finora, però. non è stata ancora definita la data del tavolo di confronto tra associazioni e ministro degli Esteri, più volte da noi auspicato».
E sulla continuità operativa assicurata dalle adv, Gianni Rebecchi, presidente di Assoviaggi, osserva: «Le agenzie di viaggi possono rimanere a aperte a porte chiuse o serrande abbassate, seguendo le ordinanze anche per le distanze nei luoghi di lavoro, perché le adv non sono attività commerciali, ma sono considerate come studi professionali, tuttora al lavoro per l’assistenza ai clienti all’estero».
«Le attività aperte al pubblico dovrebbero rimanere chiuse come recita il decreto. Il governo sta incoraggiando lo smart working e il 90% degli operatori è già in grado di farlo – afferma la presidente di Fiavet, Ivana Jelinic – Per i rimpatri, poi, stiamo chiedendo alla Farnesina delucidazioni: ci segnalano svariate problematiche di clienti in giro per il mondo, sia leisure che business. Ma in questo gravissimo momento, per fortuna, Ambasciate e Consolati stanno cercando di provvedere al rimpatrio di tutti gli italiani in viaggio all’estero. È attiva la rete diplomatica ed è a loro che bisogna rivolgersi, anche per organizzare il volo di rientro».
Sul tema dei rimpatri è di diverso tenore la riflessione di Gabriele Milani, direttore di Fto: «La nostra filiera è flessibile e professionale: sono state adottate prevalentemente soluzioni di smart working e, in caso di necessità, per assistere i viaggiatori un numero selezionato di addetti ha lavorato in ufficio, senza contatto con il pubblico. Ad oggi la Farnesina ha lasciato questa gestione straordinaria sulle spalle degli operatori. E c’è da dire che, oltre ai costi, sta aumentando di giorno in giorno la difficoltà a individuare soluzioni di trasporto ad hoc per i nostri connazionali sulla base delle restrizioni adottate, che cambiano e si moltiplicano di ora in ora».
Anche molte delle agenzie del network di Gattinoni hanno chiuso i punti fisici ma lavorano da casa in smart working, con email e telefoni deviati, per dare assistenza ai clienti, soprattutto per l’attività di gestione di italiani in rientro dai Paesi che hanno chiuso i collegamenti con l’Italia. Una piccola parte di agenzie della rete lavora a porte chiuse, con una sola persona all’interno, per l’attività di biglietteria o altre urgenze non gestibili da remoto.
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