Nodo-sicurezza, la versione di Battifora
Lo schianto dell’aereo Parigi-Il Cairo di EgyptAir, di cui ancora non si conoscono le ragioni, è solo l’ultima di una lunga serie di tragedie che hanno investito il mondo del turismo e dei trasporti. L’inabissamento nel Mediterraneo del volo MS804 arriva dopo lo schianto nel Sinai del charter russo e degli attentati di Parigi, Bruxelles, Istanbul e via dicendo. Riaccende le paure e riapre, come sempre accade, il dibattito sulla sicurezza.
«Non ci sono mete sicure e mete non sicure per viaggiare. Eccezion fatta per quei paesi in cui sono in atto vere e proprie guerre», dichiara Luca Battifora, presidente Astoi, in un’intervista rilasciata qualche giorno fa a L’Agenzia di Viaggi. Certo, ce ne sono alcune ritenute più sicure perché «senza rischi conclamati».
Per Battifora servono a poco le top ten sulle destinazioni sicure come quella del Daily Mail, tabloid inglese con la mania delle classifiche: «Gioca molto il fattore emotivo. Ma la stessa Europa, con i suoi obiettivi sensibili, continua ad avere una buona domanda come dimostrano le vendite dei vettori low cost».
In cima alle preferenze c’è la Spagna «spinta anche dalla vicinanza», gli Usa «sempre amati e sostenuti anche dalla richiesta crescente per Cuba, molto venduta in combinato». Ma va bene anche l’Oriente, in particolar modo Thailandia, Indonesia e Giappone «con un ottimo rapporto qualità-prezzo», i Caraibi e l’Oceano Indiano con Seychelles, Maldive e Madagascar.
«È vero – continua Battifora – il mondo è meno tranquillo. Una reazione emotiva, un senso di vulnerabilità, che però si rarefà con il tempo come visto dopo i fatti di Parigi». Poi ci sono destinazioni «che pagano lo scotto di vicini scomodi»: soprattutto in Medio Oriente, come ad esempio la Giordania, meta sicura per molti, non percepita come tale.