Norwegian, 4mila voli cancellati e sospensione del personale
Con il blocco dei voli dall’Europa agli Usa indetto dall’amministrazione Trump e la crisi – sempre più globale – provocata dal coronavirus, Norwegian Air ha comunicato lo stop del 40% della sua flotta di lungo raggio, la cancellazione del 25% dei collegamenti di corto raggio e la sospensione del personale, che tocca fino al 50% degli impiegati.
CANCELLAZIONI SUL LONG HAUL. Tra il 13 e il 29 marzo la compagnia aerea norvegese cancellerà la maggior parte dei voli long haul tra Stati Uniti e Barcellona, Madrid, Oslo, Amsterdam, Stoccolma e Parigi. Fino alla fine di maggio, inoltre, sospesi tutti i collegamenti Roma-Usa; e ancora, tra il 29 marzo e fine aprile si procederà nel cancellare tutte le rotte tra States e Barcellona, Madrid, Oslo, Amsterdam, Atene e Parigi. Tutte le tratte tra Usa e Londra Gatwick, invece, continueranno a essere operati normalmente.
COSA ACCADE AL CORTO RAGGIO. Ma il vettore, in questo periodo, non si troverà a ridimensionare solo l’operatività sul lungo raggio. Sul corto, infatti, si è scelto di sospendere gran parte dei voli domestici in Norvegia e Scandinavia, come ad esempio la tratta Oslo-Copenaghen e Oslo-Stoccolma.
DIPENDENTI IN STANDBY. “A causa della situazione che sta vivendo il mercato con l’emergenza coronavirus e la conseguenza caduta drammatica della domanda di viaggio, dobbiamo considerare tutte le misure possibili per ridurre i costi – scrive in una nota Norwegian Air – Tra queste, purtroppo, c’è anche la sospensione temporale fino al 50% del nostro personale, con il numero che tra l’altro può anche aumentare e tutti i dipartimenti aziendali coinvolti”.
Jacob Schram, amministratore delegato della compagnia, definisce la situazione «senza precedenti», confermando come la priorità ora sia quella di garantire la continuità aziendale per il bene dei clienti: «La nostra attività viveva già un momento non semplice, e l’emergenza sanitaria ha aggiunto ulteriori criticità. Confidiamo nelle azioni che verranno messe a punto per salvaguardare l’industria dell’aviazione, vitale per l’economia mondiale».