La crisi di Norwegian Air, che ha recentemente annunciato la chiusura della base di Roma Fiumicino, lascerà a casa 322 persone. La Norwegian Air Resources (Nar) Italy, divisione della sussidiaria irlandese di Norwegian (Nar Ltd) è ufficialmente in liquidazione, e i sindacati sono sul piede di guerra per il totale disinteresse dell’azienda nel garantire un minimo di sostegno ai dipendenti.
Dei 322 dipendenti che rischiano di perdere il lavoro 76 sono piloti e 246 gli assistenti di volo: lavoratori che hanno deciso di protestare anche fuori dall’Ambasciata norvegese a Roma. “Le istituzioni norvegesi non possono permettere che un’azienda del loro Paese ignori i dipendenti e le loro famiglie in maniera così sfacciata, in un momento delicato come quello che il nostro settore, e tutto il mondo, sta attraversando. È intollerabile”, fanno sapere i lavoratori, che al momento non hanno indetto giorno e ora della mobilitazione, ma già si dicono pronti a far sentire la loro voce.
Durissima, anche la nota dei sindacati Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti: “Norwegian, inaspettatamente e senza nemmeno consultarsi (con le sigle dei lavoratori, ndr) ha deciso di lasciare centinaia dei propri dipendenti basati in Italia in mezzo alla strada, insieme alle loro famiglie, nel bel mezzo di una pandemia globale”.
Per le tre sigle il management della compagnia aerea ha semplicemente deciso di scomparire, agendo “come se i dipendenti basati a Roma Fiumicino non fossero mai stati parte di Norwegian, nonostante abbiano contribuito al successo della compagnia con passione e professionalità negli anni. Avevamo semplicemente chiesto a Norwegian di attivare gli ammortizzatori sociali messi a disposizione dall’ordinamento italiano per proteggere e tutelare il reddito dei lavoratori”.
A quanto pare, invece, i vertici della società hanno disertato l’incontro con i sindacati, lasciando spazio ai legali che hanno comunicato l’avvio della procedura di liquidazione in Irlanda della società da cui dipendono i lavoratori italiani.
“Questo è il trattamento che Norwegian ha riservato ai propri dipendenti basati in Italia, i quali hanno sempre sostenuto la società, anche nei momenti più difficili. Trattati come “RedNoseWarriors” (così venivano chiamati i dipendenti, prendendo spunto dalla livrea degli aeromobili Norwegian, ndr) finché c’è stato bisogno del loro supporto sui social, e poi abbandonati a loro stessi non appena fosse venuta meno la loro utilità”.