È prevista per la fine del 2024 la riapertura di Notre Dame. La ricostruzione della cattedrale di Parigi sta procedendo rapidamente ed è probabile che possa essere già consentito l’ingresso a turisti e fedeli a quasi sei anni dall’incendio che ne ha devastato il tetto il 15 aprile 2019.
«Ogni giorno circa 1.000 persone lavorano a Notre Dame – ha spiegato all’Associated Press il responsabile del progetto, il generale Jean-Louis Georgelin – La sfida più grande è rispettare la pianificazione: il mio compito è far riaprire la cattedrale nel 2024 e lo faremo. L’iconica guglia, crollata in seguito al rogo, inizierà gradualmente a riapparire sopra il monumento quest’anno come potente segnale della sua rinascita: il suo ritorno nel cielo di Parigi sarà il segno che stiamo vincendo la battaglia di Notre Dame».
La ricostruzione è iniziata nel 2022, dopo oltre due anni di lavoro per mettere la chiesa in sicurezza, così da permettere agli artigiani di cominciare a lavorare. Le autorità hanno scelto di ricostruire fedelmente il monumento del XII secolo, capolavoro dell’architettura gotica, il che include la famosa guglia alta 45 metri, aggiunta nel XIX secolo dall’architetto Eugene Viollet-le-Duc.
Nel frattempo, la mostra «Notre Dame de Paris: al centro del cantiere» è aperta ai visitatori in una struttura sotterranea di fronte alla cattedrale. L’ingresso è gratuito. L’obiettivo è mettere in risalto le operazioni in corso e la professionalità dei lavoratori. È possibile anche vedere alcuni resti dell’incendio e ammirare opere d’arte della cattedrale.
«La mostra permetterà ai visitatori, compresi quelli in arrivo per le Olimpiadi, di vivere l’esperienza di visitare Notre Dame in un modo completamente nuovo – ha sottolineato il ministro della Cultura Rima Abdul-Malak – Inoltre, uno spettacolo di realtà virtuale, a pagamento, consentirà di immergersi nella storia della cattedrale e questo aiuterà anche il turismo a Parigi». Abdul-Malak ha comunque precisato che la riapertura del 2024 «non significa che tutti i lavori di ristrutturazione saranno terminati allora, saranno in corso anche nel 2025».
Philippe Jost, amministratore delegato dell’agenzia governativa che sovrintende alla ricostruzione, ha assicurato che il risultato «sarà fedele all’architettura originale, così come rimaniamo fedeli alle strutture andate distrutte e ai materiali e metodi di costruzione di epoca medievale: le volte saranno in pietra come quelle costruite nel Medioevo e la struttura del tetto sarà realizzata in quercia come era in origine».