Malgrado la fine dello stato di emergenza annunciato per oggi martedì 28 maggio dalla Francia, nell’arcipelago resta ancora chiuso l’aeroporto internazionale di Nouméa ai voli commerciali che così resterà fino a domenica 2 giugno.
Lo ha annunciato domenica scorsa la camera di Commercio e Industria della Nuova Caledonia che gestisce l’aeroporto. Il 2 giugno «sarà rivalutata la possibilità di riprendere i servizi aerei», ha dichiarato Louis Le Franc, Alto Commissario per la Nuova Caledonia, in un comunicato stampa.
Resta ancora molto tesa la situazione sull’arcipelago dopo il viaggio di Emmanuel Macron di giovedì scorso voluto per tentare di instaurare un dialogo con i rivoltosi e riportare la pace nel territorio francese del Pacifico meridionale piombato nel caos il 13 maggio scorso a seguito dell’approvazione a Parigi di una riforma che prevede l’allargamento del voto anche ai residenti da almeno 10 anni nel paradiso dell’Oceano Pacifico, in maggioranza francesi. Una riforma che comporterebbe, secondo i partiti locali e i sostenitori dell’indipendenza dalla Francia, una grande limitazione alla forza della popolazione indigena dei Kanak.
«Mi impegno a garantire che questa riforma non venga forzata nel contesto attuale», ha dichiarato il Capo dell’Eliseo al termine del viaggio, anche se a quanto pare non ha intenzione di fare concessioni importanti al movimento pro-indipendenza e chiede che il movimento garantisca la rimozione dei blocchi nelle strade, inclusa quella per l’aeroporto nelle prossime ore, e la cessazione delle violenze.
In cambio, il Capo dello Stato ha promesso una relazione sul futuro istituzionale del territorio entro un mese e di prendersi più tempo per raggiungere un accordo globale che sia sancito dalla Costituzione.
Per il momento, però, in Nuova Caledonia, l’ufficio vendite e il call center di Aircalin, compagnia aerea basata nelle isole, rimangono chiusi. Il personale ridotto non è inoltre in grado di rispondere a tutte le richieste ricevute tramite i social network. Finché non sarà confermata la riprogrammazione del volo, non bisogna recarsi in aeroporto, sia nel Paese di partenza che a La Tontouta, queste le indicazione ufficiali. Secondo fonti locali, la strada che conduce all’aeroporto è ancora disseminata di veicoli distrutti e in alcuni punti è stata gravemente danneggiata.
Da martedì scorso, la Nuova Zelanda e l’Australia hanno iniziato a noleggiare voli speciali per evacuare i centinaia di turisti intrappolati dall’inizio della crisi e sabato è iniziata anche l’evacuazione dei turisti francesi che sono decollati con aerei militari alla volta dell’Australia e della Nuova Zelanda, dovranno poi prendere un volo commerciale per la Francia continentale.