Caro energia, l’allarme di alberghi e fornitori alla Camera

by Paola Camera | 1 Aprile 2022 9:00

Alberghi in allarme per l’incontrollato aumento dei prezzi di energia e materie prime. Senza l’aiuto del governo, il settore rischia grosso, con una spesa che arriverebbe ad assorbire il 20% del fatturato, con un aumento del 285% rispetto ai livelli pre pandemia.

È la preoccupante stima di Confindustria Alberghi, che ha espresso i suoi timori alla Camera dei deputati insieme a uno dei principali fornitori del settore, quello dei servizi di lavanderia industriale, rappresentato da Assosistema Confindustria.

Nell’incontro organizzato dall’on. Maria Teresa Baldini, la presidente di Confindustria Alberghi, Maria Carmela Colaiacovo, si è appellata al governo chiedendo innanzitutto che le imprese alberghiere siano riconosciute come energivore. Questo gli darebbe diritto a un credito d’imposta al 25% per l’acquisto di energia, aiutandoli a superare il delicato momento. 

«L’aumento esponenziale dell’energia ha fatto lievitare i costi per le imprese in misura insostenibile, tanto più in un quadro caratterizzato da una bassissima occupazione e che anche per questo motivo non può gravare sull’utente finale – ha commentato Colaiacovo – Gli alberghi, che affrontano ancora perdite ingenti di fatturato, soprattutto a causa della mancanza del turismo extra Ue, per definizione non rientrano nella categoria delle imprese energivore ma nella pratica vedono il costo delle bollette tra le voci più rilevanti del bilancio». 

Nel corso del 2021 la sola componente di gas ha registrato un incremento del costo di quasi il 400%, a fronte di una contrazione del giro d’affari. La quota di fatturato che sarà assorbita dalla componente energetica, secondo le stime di Confindustria salirà dal 5,2% del 2019 al 20% nel 2022 (+285%) . 

«Dati allarmanti, per i quali si rendono necessari interventi strutturali – ha continuato la presidente – Sosteniamo le azioni del governo volte a individuare una strategia di medio-lungo periodo per fissare un tetto massimo al costo del gas ma è necessario un intervento anche nell’immediato per salvare il comparto». 

A farle eco, il vice presidente di Assosistema Confindustria, Marco Marchetti, che ha espresso grande preoccupazione anche per il suo settore, le lavanderie industriali, che a dicembre 2021 ha registrato un calo dell’attività dell’85%, con una previsione per questi primi 3 mesi del 2022 del -65%. 

«Le nostre industrie forniscono il noleggio e la sanificazione della biancheria per gli alberghi, garantendo qualità e sicurezza igienica – ha detto Marchetti – Ma non riescono più a sostenere i rincari delle bollette di gas ed energia e i costi delle materie prime. Se si considerano i valori del 2019, nelle rilevazioni di energia e gas si registrano aumenti, rispettivamente, del +500% e, addirittura, del +800% per il gas (8 volte il corrispettivo del 2019), con una ricaduta del +38% circa sui costi complessivi di servizio di una lavanderia industriale. Basti considerare che una media impresa che opera nel settore alberghiero nei primi tre mesi del 2022 per il solo gas ha avuto un incremento di costi di 300mila euro rispetto al 2019».

Cosa può fare il governo? Sono molteplici le richieste della associazioni, prima tra tutte il riconoscimento come per le imprese energivore, del credito d’imposta al 25% per l’acquisto di energia elettrica. 

Poi, la proroga di un ulteriore trimestre dei crediti di imposta per l’acquisto di energia elettrica e gas e dell’Iva agevolata per l’acquisto di gas oltre che delle misure di azzeramento/riduzione degli oneri di sistema. 

E, ultima ma non per importanza, l’introduzione di maggiorazioni sui crediti di imposta per l’acquisto di energia elettrica e gas, nel caso di perdite di fatturato nel secondo trimestre 2021 superiori al 50% rispetto l’analogo periodo 2019.

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