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E intanto O’Leary fa marcia indietro sull’Ucraina

Torna all’attacco Michael O’Leary, amministratore delegato di Ryanair, dopo il suo intervento a Roma al Forum organizzato da Aci Europe ed Enac, ribadendo ai media inglesi che il sistema aeroportuale Ue è tutto da rivedere.

«Anziché rendere il trasporto aereo più competitivo, più efficiente e ridurre i costi sia per le compagnie che per i clienti, assistiamo quotidianamente a una scarsa flessibilità, azioni di cartello e inspiegabili aumenti delle tasse per i servizi aeroportuali. È ormai indispensabile – ha sottolineato O’Leary – una regolamentazione efficace del sistema aeroportuale in tutta Europa».

A riprova dell’allergia di O’Leary per l’ipertassazione e le rigidità di certe amministrazioni pubbliche in alcuni Paesi Ue, è di questi giorni l’annuncio di Ryanair della cancellazione di 11 rotte progettate in Ucraina per l’ostinazione delle autorità aeroportuali locali di non rivedere una tassazione giudicata inaccettabile dal vettore low cost. La mancata attuazione del progetto di espansione in Ucraina, secondo Ryanair, significa la perdita di un business generato da circa mezzo milione di passeggeri in più e la mancata assunzione di almeno 400 persone.

Quello che mister Ryanair auspica da sempre è una maggiore mobilità del lavoro e una tassazione più bassa in Paesi come Spagna e Italia, in cui ci sono regioni che beneficerebbero della maggiore occupazione che il settore potrebbe generare.

Dura anche la requisitoria di O’Leary contro Lufthansa per la questione degli aiuti di Stato, mentre riguardo alla Brexit è forte preoccupazione per il pericolo che il Regno Unito e l’Unione europea non riescano a trovare un accordo in tempo per evitare problemi al trasporto aereo da marzo 2019.

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