Olimpiadi di Corea, flop turistico?
Sono partite, in Corea del Sud, le Olimpiadi invernali di PyeongChang. Ed è già tempo di bilanci. A fronte di una spesa di quasi 13 miliardi di dollari (inizialmente ne erano previsti solo 7-8 miliardi, qualche risultato in termini infrastrutturali è stato raggiunto. L’area di Gangwon – dove si trovano PyeongChang e la cittadina costiera di Gangneung – è ora più vicina alla capitale grazie alla nuova linea dell’alta velocità gestita dalla Korail: non più sei ore, ma solo 100 minuti tra Seul e il mare.
Altri studi, riportati da Il Sole 24 Ore, parlano di un impatto economico nell’ordine di oltre 28 miliardi di dollari nell’arco di un decennio, tra adeguamenti infrastrutturali, migliore riconoscimento nazionale e internazionale dell’area e attrazione di nuovi investimenti.
Ma le perplessità non mancano: l’area è tra le più povere del Paese e l’evento, anche a causa del freddo e dell’epidemia di norovirus, una gastroenterite batterica,che ha già colpito 1.200 addetti non sembra riuscirà a centrare il target di 370-390mila visitatori dall’estero. Missione già complicata visto il limitato interesse dei tour operator cinesi, che a dispetto della schiarita nei rapporti politici tra Corea del Nord e Corea del Sud sembrano poco attivi nel rilanciare il turismo organizzato sul territorio.
Intanto, per rendere sopportabili le basse temperature gli organizzatori hanno distribuito alla cerimonia d’apertura dei Giochi Olimpici un vero e proprio kit antifreddo per gli spettatori: plaid, berretto, mantella, cuscinetto termico e un “hot pack set” per scaldare guanti e piedi. Insieme a un tamburello per partecipare alla festa. Il vento gelido da giorni soffia sulla località sudcoreana e avvolge l’Olympic Stadium di PyeongChang, completamente scoperto e penalizzato dalla costruzione a forma pentagonale che non ostacola le folate d’aria.