Oltre alla crisi dovuta al Covid-19, per il turismo mondiale si prospetta un’altra grave emergenza, quella climatica. Il report del Progetto Europeo Soclimpact evidenzia gli effetti che da qui al 2040 potrebbero riversarsi su molte isole che rappresentano altrettante destinazioni turistiche di prima grandezza, a causa del surriscaldamento globale. Il progetto, che coinvolge 24 partner di ricerca di 8 Paesi europei, ha elaborato uno studio previsionale a medio-breve termine che non lascia spazio a tentennamenti: il disastro ambientale, con l’innalzamento dei mari, causerà una significativa erosione delle coste in particolare sulle isole del Mediterraneo tra le quali figurano anche Sicilia e Sardegna.
Il progetto Soclimpact, finanziato dal programma Horizon 2020, si è concluso alla fine di marzo: gli studiosi si sono concentrati su piccoli Paesi come Cipro e Malta, sulle isole europee come Baleari, Sicilia, Sardegna, Corsica e Creta e sulle regioni ultra-periferiche europee. Quattro i comparti analizzati: acquacoltura, energia, trasporti marittimi e turismo. Gli esperti hanno stimato l’impatto dei cambiamenti climatici sul settore turistico tramite big data provenienti dai social media e da altre piattaforme web, giungendo alla conclusione che in meno di 20 anni, molte località di forte richiamo turistico non potranno più contare su arenili attrezzati, semplicemente perché non ci saranno più.
L’allarme scattato a livello mondiale viene dunque ulteriormente enfatizzato dal mondo scientifico che ribadisce l’urgenza di porre un rimedio sistematico e condiviso a livello planetario per non rischiare, oltre al disastro ambientale, uno tsunami socio-economico derivante dall’azzeramento di risorse come il turismo.