Omicron, l’Oms: «Le frontiere restino aperte»
Non si placa il battage mediatico sulla nuova variante Omicron. Proseguono le nuove azioni di contenimento promosse dai governi, mentre l’Oms invita i Paesi a non serrare le frontiere all’Africa meridionale. Alle chiusure decise da Marocco, Israele e Giappone ora si aggiunge la decisione dell’Australia che rinvia l’apertura prevista per il 1° dicembre a lavoratori qualificati e studenti. Una scelta che il primo ministro Scott Morrison definisce “necessaria e temporanea”.
L’Organizzazione mondiale della sanità esorta però i Paesi a seguire la scienza e il Regolamento sanitario internazionale. “Le restrizioni di viaggio possono svolgere un ruolo nel ridurre leggermente la diffusione di Covid-19, ma mettono un pesante fardello sulle vite e sui mezzi di sussistenza – scrive l’Agenzia delle nazioni unite in nota – Se le restrizioni vengono attuate, non dovrebbero essere inutilmente invasive o invadenti e dovrebbero essere scientificamente fondate, secondo il Regolamento sanitario internazionale che è uno strumento giuridicamente vincolante di diritto internazionale riconosciuto da oltre 190 nazioni. Questa settimana, le nazioni si uniranno a una sessione speciale dell’Assemblea mondiale della sanità, organizzata dall’Oms per discutere su come prepararsi collettivamente e rispondere meglio alle pandemie, basandosi sui loro impegni nei confronti dei regolamenti sanitari internazionali”.
L’Oms aggiunge: “Con la variante Omicron ora rilevata in diverse regioni del mondo, mettere in atto divieti di viaggio che prendono di mira l’Africa attacca la solidarietà globale. Il Covid-19 sfrutta costantemente le nostre divisioni. Avremo la meglio sul virus solo se lavoreremo insieme per trovare soluzioni“.
Intanto il 29 novembre si è tenuto a Londra una riunione di emergenza del G7 sulla Salute. In una nota congiunta i ministri hanno elogiato il lavoro del Sudafrica nell’individuare e isolare la variante e nel comunicarlo tempestivamente al resto del mondo. I ministri hanno anche mostrato “forte sostegno alla creazione di una rete internazionale di sorveglianza dei patogeni nell’ambito dell’Organizzazione mondiale della sanità”.
Proprio l’Oms, prima del vertice dei ministri, ha avvertito che la “probabilità di una potenziale ulteriore diffusione di Omicron a livello globale è elevata” ricordando anche che “ad oggi non sono stati segnalati decessi legati alla variante Omicron del coronavirus”.
In risposta alle restrizioni sui voli e sui viaggi di alcuni paesi da/per i paesi dell’Africa meridionale a causa della nuova variante, interviene anche il direttore di Aci World Luis Felipe de Oliveira: «Mentre la salute pubblica rimane la massima priorità, invitiamo i governi a coordinarsi per attuare misure pragmatiche e basate sul rischio basate sulla scienza. Continuiamo a sollecitare i paesi a lavorare a stretto contatto con le parti interessate dell’aviazione, compresi aeroporti e compagnie aeree, prima e durante l’attuazione delle misure di viaggio per facilitare un’applicazione più efficiente. Questa situazione è un altro promemoria dell’urgente necessità per i Paesi di adottare credenziali sanitarie digitali per i test e le vaccinazioni che siano reciprocamente riconosciute oltre confine. Ciò consentirà ai paesi di gestire meglio le loro misure di viaggio e di adattarsi all’evoluzione della situazione sanitaria”.
Aci World rimarca che “l’intero ecosistema dell’aviazione deve collaborare con i governi per garantire una ripresa sicura dei viaggi, che possa essere sostenuta per consentire la ricostruzione dei mezzi di sussistenza, dei Paesi e delle economie. Il coordinamento e la collaborazione saranno fondamentali per raggiungere questo obiettivo. I divieti di viaggio completi e la chiusura delle frontiere non sono una soluzione“.
Giornalista professionista, redattore. Specialista nel settore viaggi ed economia del turismo e delle crociere dopo varie esperienze in redazioni nazionali tv, della carta stampata, del web e nelle relazioni istituzionali
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