Con un ultimo trimestre 2021 in profondo rosso (perdite nette per 96 milioni di euro anche se il traffico da ottobre a dicembre ha recuperato in modo significativo passando da 8 milioni di passeggeri del 2020 a circa 31 milioni), le prospettive 2022 di Ryanair sono all’insegna della massima cautela.
«Da settembre a novembre – osserva infatti Michael O’Leary, ceo di Ryanair – abbiamo registrato un forte rimbalzo del traffico e un buon volume di prenotazioni tra ottobre e novembre, portando solo nel mese di ottobre a toccare e superare la soglia degli 11 milioni di passeggeri. Ma poi, l’improvvisa emersione della variante Omicron a fine novembre, e l’isteria mediatica che si è scatenata ai primi di dicembre, hanno costretto molti governi europei a reimpostare le restrizioni di viaggio nel periodo che precede il Natale, indebolendo enormemente il solito picco di prenotazioni per le festività di fine anno e di conseguenza il traffico di dicembre è rallentato fermandosi a soli 9,5 milioni (con un calo dell’81% rispetto al 2019), ben al di sotto dell’obiettivo previsto di 11 milioni di passeggeri».
Ma per O’Leary la traversata nel deserto non è ancora finita. «Ora abbiamo aperto la stagione 2022 con una riduzione della capacità ed offerta posti in gennaio pari a circa il 33%, abbassando anche le stime di traffico passeggeri da 11 a soli 6,5 milioni di utenti. Ci auguriamo che il lancio del booster vaccini in tutta Europa nelle ultime settimane e prove crescenti che Omicron non è virulento rispetto ad altre varianti, consentirà ai governi dell’Ue di rimuovere le restrizioni di viaggio e ripristinare la fiducia dei consumatori anche prima di Pasqua».
Riguardo poi alle previsioni 2022 O’Leary è molto cauto: «Per l’intero anno, le nostre proiezioni rimangono invariate a poco meno di 100 milioni di passeggeri, ma a causa del Covid l’incertezza continuerà a dominare lo scenario aereo e le perdite nette potrebbero attestarsi tra i 250 e i 450 milioni di euro. Alla luce di queste stime, vogliamo dunque mettere in guardia tutti gli azionisti sul fatto che c’è da aspettarsi ancora qualche rallentamento delle perfomance dovuto sempre all’emergenza Covid, prima di poter dire di aver lasciato la pandemia alle nostre spalle».