Ci saranno troppe navi da crociera nei prossimi anni per i mari di tutto il mondo? A domandarsi se la cruise industry non rischi di andare incontro a una sovracapacità è Travel Weekly, che fa notare come entro il 2025 saranno 90 le nuove imbarcazioni che entreranno in servizio, il tutto dietro un investimento che si aggira intorno ai 55 miliardi di dollari.
Solo il prossimo anno d’altronde, verranno consegnate ben 16 navi transatlantiche, tra cui solo per fare qualche esempio autentici giganti del mare come la Symphony of the Seas di Royal Caribbean (5.400 passeggeri), la Aidanova di Aida Cruises (5.000), la Norwegian Bliss di Norwegian Cruise Line (4.200) e la Msc Seaview (4.138). In teoria, quindi, se con un simile eccesso di offerta i prezzi dovrebbe diminuire, e i profitti calare, la realtà potrebbe essere un po’ diversa.
«Per quanto ci riguarda, la nostra crescita è in linea con le esigenze del mercato», ha sottolineato recentemente il ceo di Carnival Corporation, Arnold Donald, ricordando come già ora la flotta complessiva del gruppo arrivi a contare più di 100 imbarcazioni, a cui si aggiungeranno nel 2018 nuove navi per Carnival Cruise Line, Seabourn, Holland America Line e AIDA Cruises.
A far dormire sonni tranquilli agli investitori infatti sono le dimensioni dell’industria delle crociere dei prossimi anni. «Solo Venezia attrae 24 milioni di turisti ogni anno, più o meno lo stesso numero di persone che hanno fatto una crociera nel 2017», ha proseguito il manager.
Attenzione però, un fattore che potrebbe sconvolgere i piani di molti è il costo del carburante. «Se dovesse tornare ad aggirarsi intorno ai 90-100 dollari al barile, i progetti di molte compagnie cambierebbero», sottolineano alcuni esperti del settore.
Tanto più che, come ha detto recentemente in occasione del varo di Msc Seaside il ceo della compagnia, Gianni Onorato, «sono soltanto tre i gruppi crocieristici che in tutto il mondo hanno dimostrato di potersi permettere di costruire (e riempire) navi di grandi dimensioni».