by Andrea Lovelock | 13 Settembre 2024 12:30
Osservatorio privilegiato per il turismo organizzato in tutte le sue sfaccettatura. Nome accattivante, divenuto subito familiare tra gli addetti ai lavori e i viaggiatori doc: Civitatis è ad oggi una delle emergenti piattaforme di intermediazione tra cliente e forinitori di servizi turistici che fonda buona parte del suo successo commerciale su una formula che non richiede costi di registrazione, e nemmeno tariffe per aggiornamenti dei vari prodotti in vetrina. Con un “patrimonio” di oltre 3 milioni di clienti, Civitatis può ben dirsi un osservatorio privilegiato per il turismo organizzato declinato in tutte le sue forme e modalità d’uso. Ecco perché a Enrique Espinel, chief operation officer, abbiamo chiesto una chiave di lettura di alcuni fenomeni in atto nel mondo delle vacanze, e anche uno sguardo al futuro con la diffusione ormai considerevole dell’intelligenza artificiale[1] nel travel.
Iniziamo dall’overtourism che mette a dura prova operatori e consumatori. Con quali rimedi operativi si può fronteggiare?
«Noi di Civitatis cerchiamo di mitigare questi effetti incoraggiando un turismo responsabile e promuovendo destinazioni alternative che meritano di essere scoperte. È importante trovare un equilibrio tra lo sviluppo del turismo, un’industria che dà lavoro a milioni di persone in tutto il mondo e ha un impatto positivo colossale sull’economia globale, e il benessere dei residenti locali. Inoltre, in Civitatis, in tutte le destinazioni turistiche con cui lavoriamo abbiamo fornitori locali che danno impulso alle loro comunità in modi che, senza un partner delle nostre dimensioni, non potrebbero immaginare; promuoviamo un turismo che cerca l’autenticità attraverso le esperienze; collaboriamo con i nostri fornitori per rinnovare le loro flotte e optare per veicoli sostenibili, e così via. Non è che siamo obbligati, è che siamo convinti di dare l’esempio nella promozione di un turismo responsabile e sostenibile. Tuttavia, per realizzare azioni che ci permettano di controllare questo sovraffollamento e di promuovere aree meno popolate, crediamo fermamente che la collaborazione tra pubblico e privato sia essenziale per affrontare queste sfide. Le amministrazioni pubbliche devono attuare politiche che incoraggino un turismo responsabile e sostenibile, mentre le aziende private come la nostra devono mettere in pratica queste politiche e promuovere un turismo che non solo minimizzi gli impatti negativi, ma che lasci anche un’impronta positiva sulle comunità e sull’ambiente».
Esiste, a vostro avviso, un modello organizzativo che possa governare al meglio i flussi turistici nelle top destination? E in cosa consiste?
«Riteniamo fondamentale una gestione efficace e sostenibile sia dei flussi turistici, sia delle risorse disponibili. Le misure da mettere in atto sono molteplici e dipendono da diversi fattori, tra cui l’obbligo per i soggetti pubblici e privati di stabilire accordi di collaborazione congiunta per lo stesso scopo. È fortemente necessario attuare politiche che promuovano la sostenibilità e la responsabilità di tutti gli attori del turismo. Ciò include la diversificazione delle destinazioni, la promozione di aree diverse in bassa stagione e il sostegno alle iniziative locali che vanno a beneficio di tutte le parti, compreso ovviamente l’ambiente. D’altra parte, è essenziale utilizzare tecnologie avanzate per monitorare l’afflusso di turisti, in quanto ciò può contribuire alla saturazione delle aree maggiormente sotto pressione».
Quale ruolo possono giocare i vari attori della filiera, dalle agenzie di viaggi alle piattaforme di prenotazione?
«Quello di motivatori: incoraggiare i clienti a esplorare le destinazioni meno conosciute e a percorrere itinerari turistici fuori mano. Inoltre, invitare i clienti a viaggiare in bassa stagione per ridurre la pressione sulle destinazioni più popolari in alta stagione. In termini di raccomandazioni per i viaggiatori, il nostro consiglio è quello di cercare esperienze personalizzate e adatte alle loro esigenze, e di connettersi più profondamente con la cultura e i luoghi che visitano. Inoltre è necessario lavorare di più per sensibilizzare tutti all’adozione di pratiche sostenibili, al rispetto delle normative locali, alla riduzione dell’impronta di carbonio e al sostegno delle imprese locali».
Avete già individuato le modalità di applicazione dell’Ai più utili nel vostro campo?
«L’intelligenza artificiale sta già avendo un impatto significativo sull’industria del turismo, aiutando a gestire meglio i flussi turistici e a promuovere destinazioni alternative. Noi la utilizziamo per migliorare l’esperienza dell’utente, in modo da offrire tempi di risposta più rapidi e raccomandazioni personalizzate per aumentare la soddisfazione dei viaggiatori. In generale, il livello di soddisfazione dei viaggiatori che utilizzano la nostra piattaforma è stato del 93%, il che ci spinge a migliorare ogni giorno. Sebbene l’Ai sia uno strumento potente, iconsideriamo fondamentale il fattore umano. Mentre l’Ai facilita i processi più meccanici, a Civitatis le persone in carne e ossa contribuiscono a generare un livello di soddisfazione molto più elevato e standard di qualità adeguati a ciò che il turista si aspetta».
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