Più siamo, meglio è. Non è il caso del turismo, che oggi necessita di prendere la direzione della qualità piuttosto che della quantità. A ribadirlo è Mirko Lalli, ceo di The Data Appeal, nel suo ultimo episodio del podcast “Il Futuro del Turismo”, in cui riporta il messaggio del sindaco di Santiago de Compostela in Spagna, Goretti Sanmartín, che dal 1° luglio sarà il presidente del Gruppo delle 25 Città Patrimonio dell’Umanità, che si è riunito a metà maggio a Ibiza.
Il sindaco di Santiago ha indicato la necessità di ricercare un modello di turismo qualitativo in cui i visitatori si fermino più a lungo e vivano le città in modo diverso, orientandosi verso la destagionalizzazione per evitare che i flussi turistici si concentrino nel tempo e in aree specifiche.
In quest’ottica sono diverse le mete europee che adottano contromisure, a cui ora si aggiunge una destinazione low cost iper-gettonata come Maiorca, che cancellerà 18mila posti letto per dire “no” al turismo di massa e garantire un corretto equilibrio tra residenti e visitatori. Lo ha deciso il presidente del Consell de Mallorca, Llorenç Galmés, perché il successo attuale dell’isola mette a rischio il territorio, i suoi abitanti e il futuro del turismo. «È ora di porre dei limiti», incalza Galmés.
Nel 2023 gli arrivi a Maiorca sono stati 17,8 milioni contro i 10 milioni registrati nel 2006. Il numero dei residenti è in crescita e nel 2019, secondo Eurostat e l’Instituto Nacional de Estadística, erano quasi 924mila. Inoltre, l’aeroporto dell’isola è per importanza il terzo della Spagna per volume di passeggeri trasportati, circa 20 milioni, grazie ai charter che arrivano soprattutto da Germania, Regno Unito, Italia e dal Nord Europa. In un’ora si contano oltre 36 atterraggi.
Il 25 maggio è prevista una protesta contro il sovraffollamento in Plaça d’Espanya.