Città a numero chiuso uguale turismo di qualità. L’equazione indica la strada da seguire alle località soffocate dall’overtourism, perché, per dirla come il sindaco di Amalfi, Daniele Milano, «rischiamo che nei piccoli centri a forte vocazione turistica la città dei villeggianti si mangi la comunità dei residenti». Non è un paradosso, ma questione di sopravvivenza per frenare l’eccesso di presenze turistiche rispetto alle effettive possibilità di accoglienza.
Altrimenti succede che, di fronte all’invasione di b&b, affittacamere e pullman, i cittadini preferiscano emigrare altrove insieme a negozi e a servizi di pubblica utilità. Numero chiuso o comunque una prenotazione preventiva dunque, come strumenti indispensabili per calcolare la cosiddetta «capacità di carico», cioè il numero massimo di visitatori presenti contemporaneamente nella località. Nessuna discriminazione per capacità economica di un visitatore rispetto a un altro, ma una scelta pressoché obbligata per disciplinare i flussi turistici e migliorare l’esperienza di visita.
Perché, non va dimenticato, il mercato turistico attribuisce un determinato «valore» a una destinazione. E, a cascata, se la località è affollata e non gestita, la percezione del suo valore di mercato cala e ne risentono anche gli operatori, perché non possono applicare i prezzi che ritengono adeguati. Il raddoppio della tassa di soggiorno è già una prima risposta al problema e il Parlamento ha fornito il proprio contributo. Un emendamento alla legge di Bilancio, approvato a fine dicembre, stabilisce che le amministrazioni locali avranno la facoltà di definire l’importo fino a un massimo di 10 euro, anziché 5. Le città con un flusso di turisti 20 volte superiore ai residenti potranno raddoppiare l’entità della tassa: tra queste Firenze, Pisa, Rimini, Venezia e Verbania.
Ecco qui, allora, che il biglietto d’ingresso per accedere al centro storico di Venezia e alle isole della Laguna diventa realtà ed entrerà in vigore dalla prossima estate. Per evitare di essere strozzata dal sovraffollamento, la Serenissima ha introdotto un ticket, che andrà da un minimo di 3 a un massimo di 10 euro. Nei giorni di massima affluenza si pagherà di più; il costo si abbasserà in quelli meno affollati. L’accesso sarà negato se verranno superate le 40.000 richieste di pass.
Nessun ticket invece ad Amalfi, perché, sottolinea il sindaco Milano, «per quello che ne so io, non è normativamente possibile». Il Comune allora ha varato un nuovo Piano per il turismo, elaborato da Joseph Ejarque della società FTourism & Marketing. Il primo provvedimento concreto ha riguardato l’eliminazione dei parcheggi per i bus turistici sul lungomare. Una misura non indolore, perché Il Comune ha rinunciato a 1 milione e 200.000 euro di entrate. Ma tant’è. Le cifre dell’ex Repubblica Marinara impongono interventi immediati: per almeno 8 mesi l’anno le presenze quotidiane vanno dai 15 ai 25.000 fra turisti residenti e giornalieri, con 2.500 posti letto a fronte di un Comune che conta 5.000 abitanti. «Spalmare i visitatori in un tempo più lungo non è un vezzo, ma una necessità», precisa Milano.
Il prossimo obiettivo, di Amalfi ma non solo, è ottenere la Ztl territoriale: al momento c’è una proposta di legge in Parlamento e le amministrazioni comunali chiedono di poter applicare la stessa normativa ai territori che devono fare i conti con l’overtourism. Ma prima serve una modifica al codice della strada. «Il turismo porta benessere ed è la fortuna di città come Amalfi – ci tiene a precisare il sindaco – Chiediamo solo strumenti normativi per ricreare equilibrio nel territorio e impedire di far soccombere una parte a danno dell’altra. Chiudersi non è la nostra vocazione per cultura, ma non vogliamo diventare una sorta di villaggio turistico».
Pensa ad una prenotazione preventiva, invece, Fabrizia Pecunia, sindaco di Riomaggiore, nelle Cinque Terre.
È un paradigma dell’overtourism anche l’affollatissima Sardegna, e non potrebbe essere diversamente. In alcune spiagge l’accesso è regolamentato o addirittura è proibito arrivare via mare e attraccare. A Punta Molentis, nei pressi di Villasimius, è consentito l’accesso a 500 persone al giorno. In 450, invece, possono entrare a Portu sa Ruxi, 150 a Riu Trottu. I prezzi? 10 euro per ogni auto, 1 euro a passeggero e 3 per pedoni e ciclisti. Numero chiuso anche alla spiaggia della Pelosa nel nord dell’isola: 1.500 gli ingressi giornalieri – invece dei 4.000 che si raggiungevano in passato – dal primo giugno al 30 settembre al costo di 3,50 euro. Due le spiagge blindate nell’isola di Budelli, Isola della Maddalena: la spiaggia rosa, chiusa dal 1994, mentre dal 2022 la spiaggia del Cavaliere è chiusa al pubblico per due terzi. In 1.000 possono accedere a Cala Mariolu, nel golfo di Orosei, ma solo via mare oppure dopo aver percorso un sentiero tortuoso. Ingresso a piedi e a pagamento per 350 a Cala Goloritzé. Possono arrivare solo dal mare o da un viottolo i 300 ammessi a Cala Biriola, che in questo campo ha scritto la storia: è stata la prima spiaggia italiana dove sono state attuate misure restrittive.
INTANTO DALL’ESTERO. Il pagamento di una fee è una tendenza sempre più in voga nel 2023 per visitare alcune delle località più belle del mondo. Diversi Paesi e città applicano già una tassa di soggiorno, d’ingresso o di sbarco per contingentare l’enorme afflusso dei turisti e rimpinguare le casse esauste. In Costa Azzurra, Marsiglia ha limitato a 400 gli ingressi giornalieri per preservare le calanque, famose insenature tra le scogliere. Da fine giugno ad agosto i visitatori devono richiedere online l’accesso alla calanque di Sugiton e alla sua spiaggia. Prenotazioni gratuite ma controllate: si può accedere 8 volte in estate. Poi ci sono le città che devono fare i conti con l’invasione dei crocieristi. Lo scorso giugno Barcellona aveva stabilito nuove imposte, quindi ha fissato un tetto ai tour di gruppo. Dubrovnik, in Croazia, concorda con le compagnie il numero massimo di navi/visitatori al giorno. A Valencia, invece, la tassa di soggiorno entrerà in vigore a fine 2023 o al più tardi a inizio 2024: verrà applicata ai turisti ospiti in hotel, ostelli, appartamenti o campeggi. Oscillerà dai 50 centesimi ai 2 euro a notte, in base all’alloggio. La Norvegia introdurrà una tassa sul travel forse a partire dal 2024. Tra le ipotesi allo studio, un sovrapprezzo su pernottamenti e souvenir. L’obiettivo è coprire i costi della manutenzione delle infrastrutture turistiche. Nei Paesi Bassi triplicata la tassa per i passeggeri aerei: da 7,95 a 26,43 euro.