Oltre al costume da bagno e a un buon libro, nella valigia delle vacanze d’agosto occorre mettere anche un prontuario medico. Le malattie estive più diffuse sono: infezioni cutanee; gastroenteriti, diarrea del viaggiatore e intossicazioni alimentari; allergie da punture di insetto; reazioni da contatto; colpi di sole e colpi di calore.
Però, Paese che vai, malattia che trovi. E quindi è buona abitudine informarsi sui rischi sanitari in cui si potrebbe incorrere nei viaggi all’estero, specie se la destinazione è un paradiso lontano, con un clima diverso e abitudini differenti dalle nostre.
Quest’estate, per esempio, sono in aumento gli italiani che hanno scelto le località balneari del Nordafrica, sul Mediterraneo e soprattutto sul Mar Rosso, a Sharm El Sheikh, Marsa Alam o Hurghada. Nonostante non ci sia obbligo di vaccinazioni o di particolari precauzioni per chi raggiunge queste mete, un consulto con il proprio medico per valutare l’opportunità di vaccinarsi contro epatite A e B, tetano e febbre tifoide può essere una buona idea.
Inoltre nel Paese è piuttosto frequente il rischio di infezioni intestinali; è quindi buona norma lavare con cura gli alimenti prima di mangiarli, bere soltanto acqua e bibite in bottiglia, evitare i cubetti di ghiaccio per raffreddare le bevande, verificare le condizioni igieniche dei posti in cui si mangia.
In Africa, in generale, è bene tutelarsi contro l’amebiasi, che può provocare gravi episodi di dissenteria fino alla colite emorragica per le lesioni della mucosa del grosso intestino, indotte dall’entameba histolitica. Per chi sceglie la Tunisia, va considerato che sul territorio si sono verificati casi di infezione da Coronavirus, che colpisce l’apparato respiratorio. Chi sogna un safari in Sudafrica nella savana deve considerare il rischio malaria presente in alcune aree del Paese.
Lo stesso vale per epatite A e B, tubercolosi, tetano, febbre tifoide, meningite, morbillo, varicella, pertosse, rickettosi e bilharziosi (a causa di quest’ultima, meglio non bagnarsi in fiumi e laghi d’acqua dolce). Per i viaggiatori che inseriranno nel proprio itinerario anche la Namibia: il colera è endemico in diverse regioni della nazione.
Per restare dalle nostre parti, nel bacino del Mediterraneo, la Grecia si conferma destinazione evergreen e in crescita nel 2018. Una meta che non differisce molto dall’Italia come caratteristiche climatiche e condizioni igieniche. Eppure non vanno trascurati alcuni rischi. Più precisamente, negli ultimi anni si sono verificati alcuni casi di contagio da virus del Nilo occidentale nelle regioni a Nord, Macedonia e Tessalia, e nell’Attica, oltre a casi di malaria autoctona in Peloponneso meridionale, Attica e Tessalonica.
Senza creare inutili allarmismi, è bene sapere che entrambe le infezioni sono trasmesse da zanzare. Quindi vanno usate le precauzioni a cui siamo abituati e, in particolare all’alba e al tramonto, sarebbe opportuno indossare abbigliamento che copra braccia e gambe e utilizzare stanze con zanzariere e aria condizionata. È utile portare in viaggio piastrine anti zanzare per poter riposare tranquillamente di notte.
L’Oriente esercita sempre un fascino particolare e sono in aumento i viaggi dall’Italia verso le destinazioni asiatiche. Il Giappone, in particolare, attrae sempre più turisti. Si tratta di un Paese in cui non si corrono particolari rischi, viste le eccellenti condizioni sanitarie. Eppure, per non farsi trovare impreparati, vale la pena conoscere alcuni piatti per prevenire eventuali intossicazioni alimentari. Per esempio il Fugu, piatto tipico della cucina giapponese a base di pesce palla che, possiede all’interno dei propri organi una dose letale di tetrodotossina e quindi può essere consumato solo previa appropriata preparazione, che rende inoffensivo un veleno altrimenti mortale.
Ci sono mete dell’Asia considerate più esotiche: quelle del sud-est come Indonesia e Thailandia, amate dai viaggiatori con lo zaino in spalla. Qui la dengue resta la malattia infettiva maggiormente temuta e raggiunge anche le località più turistiche, come Phuket, Krabi e Bangkok. Si corre anche il rischio di contrarre altre malattie tropicali, come malaria, febbre chikungunya, virus Zika, encefalite giapponese. L’Indonesia figura poi tra le nazioni maggiormente colpite dall’influenza aviaria; si raccomanda quindi di evitare i tradizionali mercati degli uccelli. Inoltre, solo in questi Paesi bisogna stare attenti all’epatite B.
Meta classica degli italiani sono gli Stati Uniti, a basso rischio dal punto di vista sanitario, ma con qualche pericolo da non sottovalutare. Capitano occasionalmente, in particolare nel sud, malattie trasmesse da puntura di zanzara, come la febbre da west Nile virus o da Chikungunya virus. Nel 2018 non si sono riscontrati casi autoctoni di trasmissione del virus Zika, ma il rischio non è ancora azzerato.
Tra le norme generali da adottare in viaggio, indicano gli specialisti di Top Doctors, piattaforma online che mette medici a disposizione degli utenti, “il primo consiglio è quello di bere solo acqua potabile in bottiglia sigillata, abitudine che protegge da colera, febbre tifoide, salmonellosi minori, epatite A ed epatite E. Attenzione anche al cibo: è sconsigliato il consumo di alimenti contenenti maionese, serviti durante catering e apericena: alle temperature estive e all’aperto, la maionese può essere contaminata da staphilococcus aureus e da altri batteri, responsabili di tossinfezioni alimentari dall’esito potenzialmente infausto”.
“Prima di partire – concludono – è doveroso informarsi sui potenziali rischi e sulle precauzioni che si possono adottare dal proprio medico, che potrà consigliare eventuali profilassi e vaccinazioni in base al tipo e alla destinazione del viaggio”.