Parigi, la regina delle destinazioni chiude l’Ufficio del turismo

by Elisabetta Pina | 13 Gennaio 2025 15:33

Dopo lo sfratto dall’Hotel de Ville, l’Ufficio del turismo di Parigi già spostato di sede nel 15° arrondissement durante i Giochi Olimpici, viene definitivamente chiuso. Nonostante i 50 milioni di visitatori l’anno, di cui 37 solo nell’area urbana, l’amministrazione ha ritenuto la storica struttura superflua.

“L’evoluzione del comportamento dei visitatori combinata con la specificità di una città come Parigi ci porta a ripensare la nostra rete di informazione turistica locale – ha spiega l’ufficio del turismo in un comunicato, precisando che “contrariamente a quanto affermato, il nostro approccio non mira a eliminare l’accoglienza fisica ma a riorganizzarla con il sostegno dei nostri partner per soddisfare meglio le aspettative dei visitatori”.

Il rapporto diretto – e fisico – con il pubblico creato dalla Città di Parigi e dalla Camera di Commercio e dell’Industria della capitale francese nel 1971, e da allora ribattezzata Paris je t’aime, cambierà drasticamente. L’associazione metterà a disposizione un servizio di informazioni aperto sette giorni su sette, ma solo tramite telefono, email e chat. Promette anche però l’attivazione di un rete di partner locali come chioschi, uffici postali e hotel.

Il piano, infatti, prevede che entro il 2026 saranno operativi in tutta la Ville Lumiere 50 chioschi “informativi”. Una promessa che secondo l’ufficio del turismo significherà maggiore flessibilità, risposte immediate alle esigenze dei visitatori “e una presenza umana dove conta davvero”, ha dichiarato l’associazione all’agenzia France Presse.

Ma in Francia questa notizia ha suscitato malcontento e scalpore. Il sito lechotouristique.com ha commentato così: “Oggi, domenica 12 gennaio, chiude i battenti l’ultimo punto di informazione turistica della principale destinazione del mondo. Molti professionisti del turismo hanno reagito, a cominciare dall’ex direttore generale dell’ufficio del turismo di Parigi. La stragrande maggioranza condivide un sentimento di incomprensione”. Tanti i commenti alla notizia pubblicata dall’ufficio del turismo sulla pagina ufficiale LinkedIn tra cui quello di Claire Dallongeville, del gruppo Top of Travel: «Che peccato per una città così turistica come Parigi. Non tutto si può fare in digitale. E che dire degli anziani? E il contatto umano? Ancora una volta, i fogli di calcolo Excel hanno preso il sopravvento».

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