by Carla Villani | 20 Dicembre 2024 7:17
Il 2025 non parte bene per Airbnb & Co., per lo meno a Parigi. Dal primo gennaio 2025 i proprietari di casa potranno affittare la loro residenza principale per un massimo di 90 giorni all’anno.
Così ha stabilito il Comune della Ville Lumière: “L’affitto della propria abitazione principale come alloggio turistico ammobiliato sarà limitato a 90 giorni all’anno”, decisione che toglie ben un mese di locazione – e di affari – all’attuale limite dei 120 giorni.
Non solo. Con il nuovo anno diverse misure che entreranno in vigore: gli host senza licenza saranno multati fino a 100.000 euro, mentre le proprietà non correttamente registrate[1] come locazioni turistiche potrebbero essere multate fino a 20.000 euro e a oggi, secondo Euronews, il 20% degli affitti non ha licenze, il che li rende illegali.
Con il nuovo limite, Parigi segue l’onda lunga europea[2], e non solo[3], cavalcata in primis da Barcellona[4], che ormai sta portando molte delle città a cercare di regolamentare il mercato degli appartamenti e case adibiti ad uso turistico, che ha drasticamente ridotto gli alloggi disponibili, per i residenti, nel tentativo di risolvere il problema del caro affitti che grava sui locali.
“Con oltre 95.000 alloggi turistici ammobiliati registrati, di cui 78.000 residenze principali trasformate in mini-alberghi temporanei, il Comune di Parigi ritiene che il fenomeno abbia assunto dimensioni smodate”, commenta in una nota, riportata da Echo touristique, le Mairie della città, e la nuova norma è stata pensata per “arginare gli abusi”: ci sarebbero infatti a Parigi 25.000 alloggi turistici ammobiliati affittati illegalmente, “principalmente tramite Airbnb”, che generano un fatturato di un miliardo di euro.
La decisione del Comune di Parigi rientra nel giro di vite che la capitale francese, negli anni, ha portato avanti stringendo sempre più il cordone intorno al collo della piattaforma americana. Già nel 2017[5] si era posto un primo limite annuale ai giorni per l’affitto ad uso turistico degli appartamenti.
Airbnb, al momento, riporta sempre Echo touristique, in una nota ha sottolineato che “limitare la frequenza con cui i parigini possono affittare la loro residenza principale non farà altro che penalizzare le famiglie che fanno affidamento su quel reddito per migliorare il loro potere d’acquisto, esacerbando al contempo gli effetti negativi delle misure draconiane già in vigore in città”.
Questo per Euronews, “non farà altro che avvantaggiare le grandi catene alberghiere e far salire i prezzi degli alloggi per i turisti”.
In attesa di vedere gli esiti delle nuove regole su Parigi, ma anche su tutte le altra città, una cosa è certa: lo scontro tra il colosso degli affitti brevi e le città “virtuose” continuerà anche nel 2025.
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