by Giorgio Maggi | 20 Maggio 2019 13:06
Un piano comune per convincere i turisti della Repubblica Popolare Cinese che l’Italia non è solo shopping e città d’arte. In attesa di capire i contenuti della joint venture siglata tra Enit e Ctrip (solo per fare un esempio, una campagna online e offline di sei mesi realizzata sulla Ota da parte di VisitBritain ha prodotto qualcosa come 180 milioni di impression, ndr), tra i corridoi di Itb China lo Stivale continua la sua luna di miele con il Paese del Dragone.
«L’Italia si sta promuovendo bene in Cina, tanto che è l’unico Paese europeo nella top ten delle nostre vendite – racconta Wei Yuan Min, senior international pr manager di Ctrip – Ai cinesi il vostro Paese piace, per decidere dove andare scelgono sulla base del passaparola, dei piatti assaggiati, ma anche dei film visti. Ma nei prossimi anni la sfida sarà far conoscere anche i luoghi meno conosciuti. A partire ad esempio dai siti Unesco sparsi per il territorio».
Intanto, per la Ota che l’anno scorso è stata capace di generare un giro d’affari di 725 miliardi di yuan, la fiera di Shanghai è stata anche l’occasione per lanciare una nuova piattaforma costruita a immagine e somiglianza della domanda cinese del terzo millennio. Risultato: gli oltre 1.000 ingegneri che lavorano a Ctrip hanno ideato una vera e propria Customized Travel Platform 3.0. «Siamo in una nuova fase del nostro business, che vogliamo fare diventare sempre più internazionale e legato alle esperienze. Sono sempre di più, infatti, i viaggiatori che si rivolgono a noi con richieste specifiche e desideri precisi per periodi sempre più lunghi e in destinazioni sempre più lontane».
Insomma, il turista cinese si sta evolvendo e per Ctrip è venuto il momento anche di guardarsi dalla concorrenza di competitor come Meituan o Douyin. «Ma noi non siamo diventati una compagnia tradizionale – ha rivendicato con forza durante un dibattito James Liang, co-founder e chairman di Ctrip – Siamo in grado di offrire un insieme di prodotti e servizi come nessun altro. E cosa più importante ci siamo conquistati sul campo la fiducia dei consumatori».
Consumatori che, nel giro di pochi anni, potrebbero arrivare a cifre mai viste in nessun’altra parte del mondo, visto che entro il 2027 si trasferiranno nelle principali città cinesi per vivere e lavorare dai 10 ai 20 milioni di giovani. Tutti potenziali nuovi viaggiatori.
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