«Vanno bene le tante richieste post pandemiche, va bene la Brexit, ma il ministro degli Interni Matteo Piantedosi non ha minimamente menzionato la volontà di rafforzare il personale degli uffici per il rilascio passaporti». Così, mentre il deputato di Alleanza Verdi Sinistra, Francesca Ghirra, ci fa capire di non essere rimasta pienamente soddisfatta dalla risposta del titolare del Viminale all’interrogazione in Aula del 25 gennaio – presentata con la collega di partito Luana Zanella – la gente sbuffa mentre si mette idealmente in coda sulla piattaforma online. Perché, nel frattempo, i tempi per ottenere il passaporto si dilatano sempre di più, soprattutto nelle grandi città: per andare a dama si va dai 4 agli 8 mesi.
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I tempi per il rilascio del passaporto sono disomogenei da regione a regione, spiega Ghirra, e il vulnus è determinato da due fattori: «Il problema fondamentale è che il personale di Questure e Commissariati è sotto organico. Inoltre, la piattaforma viene gestita da una ditta esterna, che raccoglie le richieste senza un reale raccordo con gli uffici, poi in difficoltà con una mole di pratiche che non sono in grado di gestire».
La questione, va ricordato, incide anche sulla libera circolazione dei cittadini, sancita dalla Costituzione, ricorda Ghirra. «La gente non viaggia solo per divertimento, ma c’è chi lo fa per motivi di salute o di lavoro. Quindi è urgente, come ricordava anche il ministro, ristrutturare la piattaforma telematica, ma – ribadisce – è fondamentale che venga potenziato il personale dopo le mancate assunzioni per 15 anni e i pensionamenti di quota 100 e quelli ordinari».
Parola alla difesa, allora. Piantedosi, che ha risposto anche al deputato di Azione-Italia Viva, Fabrizio Benzoni, è partito dalla «congestione si è creata con la ripresa dei flussi turistici, combinata con l’uscita della Gran Bretagna dalla Ue e la necessità di avere il passaporto per entrare nel Regno Unito». Inoltre, ha spiegato il ministro, bisogna fare i conti con «la lentezza che molte amministrazioni comunali stanno incontrando nel rilascio delle nuove carte d’identità e che sta spingendo parecchi italiani a richiedere il passaporto come documento di identità». Due facce della stessa medaglia, insomma.
Poi il titolare del Viminale ha snocciolato i numeri: «Nel 2022 rilasciati 1 milione e 816.000 passaporti, una media di 151.000 al mese, mettendo sotto pressione le Questure e il trend non accenna a diminuire».
Sul fronte soluzioni, Piantedosi ha spiegato che il ministero sta «facendo circolare le best practice messe in campo da alcune Questure e sta effettuando un lavoro di reingegnerizzazione dell’applicazione Agenda online, con la quale si prenota l’appuntamento. Entro febbraio – ha concluso – forniremo alle Questure che ne faranno richiesta nuove postazioni di lavoro più performanti e monitoriamo le situazioni più complesse per effettuare interventi correttivi dove necessario anche con l’implementazione del personale».