Anche la Francia si trova costretta a fronteggiare i forti ritardi nel rinnovo dei documenti di identità. Il governo d’Oltralpe ha varato un decreto per “la creazione di un nuovo sistema per il trattamento dei dati personali relativi a passaporti e carte d’identità”, fa sapere il giornale specializzato L’Echo Touristique. La pubblica amministrazione potrà, così, impiegare tali dati per “inviare (al titolare) qualsiasi informazione relativa al proprio documento, restando così informato anche sulla sua imminente scadenza”. Obiettivo del provvedimento: consentire ai potenziali viaggiatori di anticipare i passaggi per il rinnovo dei documenti, “limitando i rischi di congestione del servizio in alcuni periodi dell’anno e l‘allungamento dei termini di consegna”.
Di fatto, nonostante le prime azioni avviate a maggio scorso per ridurre le lungaggini burocratiche, in Francia, ad oggi, occorrono ancora circa 50 giorni per ottenere i passaporti e carte d’identità. E sebbene la situazione sia migliorata rispetto ai 90 giorni di attesa media della primavera, l’obiettivo dei 30 giorni non è ancora stato raggiunto.
Da qui il nuovo piano di emergenza dell’Eliseo, attivato anche in vista della forte domanda di viaggi prevista per il 2023. Se quest’anno, infatti, sono stati 9 milioni i francesi costretti a rinnovare i documenti d’identità, per l’anno prossimo si prevedono 14 milioni di domande. Un picco in vista del quale si fa urgente per il governo francese ridurre i ritardi per gli appuntamenti. A questo scopo, il prossimo anno saranno mobilitati 20 milioni di euro attraverso la Finanziaria per aiutare i Comuni a far fronte al problema, incoraggiandoli a dotarsi di piattaforme digitali per prendere appuntamenti e installare nuovi sportelli.
In Francia, l’ottenimento di un documento di identità avviene in due fasi: fissando un appuntamento in Municipio per depositare i documenti necessari e le impronte digitali. Lo step successivo è l’esame del fascicolo in Prefettura e la successiva produzione del passaporto o della carta d’identità.
Il caso dei cosiddetti passaporti lumaca riguarda anche l’Italia, mentre gli Stati Uniti affrontano le lungaggini legate al rilascio dei visti.