Passaporto, chi l’ha visto?
T.o. e adv incalzano il ministro

Passaporto, chi l’ha visto? <br>T.o. e adv incalzano il ministro
22 Febbraio 10:13 2024 Stampa questo articolo

Carta, penna e passaporto. Come nel gioco dell’Oca si torna alla casella di partenza e il turismo organizzato – Fto, Astoi, Federturismo, Aidit, Assoviaggi, Fiavet, Maavi – scrive al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, per sapere in quale cunicolo burocratico sia rotolato il “documento per l’espatrio”, il più ricercato dagli italiani. Perché un anno di promesse, battaglie e solleciti non è bastato e a nulla sono valsi i ripetuti interventi dello stesso Piantedosi e del ministro del Turismo, Daniela Santanchè: la caccia al tesoro prosegue, del passaporto ancora nessuna traccia e il gioco ormai è diventato stucchevole. Riavvolgiamo il nastro, quindi, il caso si riapre. O forse non si è mai chiuso.

Per denunciare – si legge in una nota congiunta diffusa dal turismo organizzato e indirizzata al Viminale – quella che è diventata “un’assuefazione all’inefficienza della Pubblica amministrazione, non sono bastati servizi di Striscia la Notizia e Report, centinaia di articoli sulla carta stampata, scandali su truffe ai danni dei cittadini, appelli accorati per trovare una soluzione a una burocrazia che fa male ai cittadini e alle imprese dei viaggi, rimaste inascoltate”.

Il vero problema? Il nodo gordiano sui tempi di rilascio o rinnovo dei passaporti non è stato sciolto, serve un taglio netto, perché la situazione “a due anni dall’uscita dall’emergenza Covid, rimane purtroppo scandalosamente inaccettabile”. E non ci si può nemmeno consolare con la carta d’identità elettronica – a Fiumicino e Ciampino si può accedere agli e-gate con la Cie, ad esempio – sottolineano le associazioni di categoria: “Come se non bastasse, anche per il rilascio della Cie si verificano problemi analoghi. Il tempo passa, ci si stanca di segnalare e chiedere soluzioni. Ma assuefarsi alla mediocrità vuol dire che l’Italia sta perdendo e noi Italiani non dobbiamo permetterlo”.

Il messaggio è forte è chiaro, l’estate è già dietro l’angolo e Big Ben sta per dire stop. Caro Piantedosi, se ci sei, batti un colpo: “Il turismo organizzato, già proiettato sulla vendita delle vacanze estive, a nome dei presidenti delle principali associazioni di categoria, chiede ancora una volta al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, cui ha inviato oggi un’ulteriore lettera sollecitando una richiesta di incontro, di intervenire per tutelare il diritto degli italiani di viaggiare e a difesa degli imprenditori del comparto che continuano a perdere fatturato a causa della burocrazia”.

Se non siamo all’ultimatum, poco ci manca, d’altronde i player del comparto fanno due conti e c’è davvero poco da ridere: “Secondo una stima effettuata, i tempi lunghi o lunghissimi per ottenere o rinnovare un passaporto hanno mandato in fumo nel biennio 2022-2023 167mila viaggi internazionali per un giro d’affari di 300 milioni di euro. Purtroppo, anche la soluzione “Polis”, che riguarda esclusivamente i Comuni con meno di 15mila abitanti, rischia di essere un’ulteriore comunicazione priva di efficacia reale e rappresentare solo una proroga di questa agonia legata alla Pubblica amministrazione”.

“Agonia”, dunque, termine duro per rimarcare un vulnus grave e continuo. E se pensa al passaporto italiano definito di recente “il più potente del mondo”, Franco Gattinoni, presidente Fto di Confcommercio, vede rosso: «Ci vantiamo di avere il passaporto più forte del mondo: peccato che sia una chimera riceverlo a causa della complessità e delle tempistiche per fissare un semplice appuntamento».

Ma non c’è più tempo, ribadisce Pier Ezhaya, presidente Astoi Confindustria Viaggi, «perché il mondo del travel ha bisogno di velocità e fluidità e non può essere frenato da intoppi burocratici che lo costringono a subire danni ingenti direttamente causati dallo Stato».

C’è anche un altro aspetto da non sottovalutare sottolinea invece Giuseppe Ciminnisi, presidente Fiavet di Confcommercio: «Si sta violando un diritto costituzionale alla mobilità e si discriminano i cittadini in base al loro luogo di residenza. Alcune questure, a distanza di pochi chilometri, offrono servizi totalmente diversi, ma con le regole attuali si lavora a compartimenti stagni».

Batte su un altro tasto importante Enrica Montanucci, presidente Maavi Conflavoro Pmi: «Siamo un settore di microimprese a conduzione prevalentemente femminile, con altissimo tasso di occupazione di donne e dover perdere opportunità di lavoro per una burocrazia incomprensibile non è più tollerabile».

Questione di tempi, ma anche di modi, osserva Domenico Pellegrino, presidente Aidit Confindustria: «In un’era in cui si parla di digitalizzazione e intelligenza artificiale, è paradossale metterci due anni per risolvere un problema che in tutti gli altri Paesi europei non esiste».

Ottenere il passaporto, dunque, equivale a centrare un terno al lotto di questi tempi. Concorda Gianni Rebecchi, presidente di Assoviaggi Confersercenti: «Gli italiani sono costretti a giocare quotidianamente con la lotteria degli appuntamenti per ottenere il passaporto. In questo caso non si vince niente, ma perdiamo come sistema Paese».

Paese inizia per P, come passaporto. E come paradosso. Ma un terno così, al lotto, non paga.

L'Autore

Fabrizio Condò
Fabrizio Condò

Giornalista professionista, innamorato del suo lavoro, appassionato di Storia, Lettura, Cinema, Sport, Turismo e Viaggi. Inviato ai Giochi di Atene 2004

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