Patanè e la multinazionale Uvet:
«Nuova acquisizione nel business travel»
«Sto creando una piccola multinazionale», così esordisce Luca Patanè, presidente del Gruppo Uvet a margine della convention del network Uvet Travel System a Perugia. Una dichiarazione che il manager supporta con i numeri: lo scorso anno, infatti, il Gruppo ha fatturato 2,9 miliardi di euro e conta 1.600 dipendenti.
«Perseguo il modello della filiera integrata, con tour operator propri – vedi Settemari che ha chiuso l’anno con un fatturato di 97 milioni di euro e la recente acquiszione di Sardatour – un network di 850 agenzie di viaggi, una compagnia aerea, Blue Panorama, che registra un fatturato di 286 milioni di euro destinato a lievitare fino a 330 milioni entro il prossimo anno, e ancora operazioni nell’hôtellerie (apertura del Kilindi Resort a Zanzibar entro novembre)».
Ma non è finita qui, perché Patanè ha già un altro investimento tra le mani: «C’è in arrivo una nuova acquisizione di un grosso operatore del segmento business travel, di cui però non posso e non voglio dire altro perché la trattativa è molto delicata e riguarda le quote azionarie».
INCOMING E DIGITALE. Ma per il resto Luca Patanè, è ben contento di dire la sua, su tutti i fronti: «La chiave di volta nell’incoming – così come nel business travel e nel leisure – è poter gestire l’intera filiera, utilizzando solo mercati dove c’è domanda. Per il resto ci vuole tanta creatività, investimenti nella formazione del personale e delle stesse agenzie ed una digital trasformation che segua i trend e la velocità di scelta del consumer. Anche in Italia dobbiamo sviluppare la cultura di creare accessi all’offerta, intercettando clienti, soprattutto quelli di nuova generazione che sfruttano la velocità dei canali per compiere le loro selezioni e quindi i loro acquisti».
Secondo Patanè questo è il momento giusto per fare scelte e soprattutto «investire nelle soluzioni», specialmente nelle agenzie di viaggi che, come sta succedendo negli Stati Uniti e presto si verificherà anche in Europa, possono conoscere una nuova fortunata stagione, in quanto tra i consumatori «è tornata la curiosità di tornare in agenzia e vedere l’effettivo valore aggiunto del loro lavoro.»
TREND E ASSOCIAZIONISMO. E proprio nella logica di intercettare in tempo utile i trend, nasce l’idea di Patanè, lanciata in Bit, del superindice statistico che «è l’unico modo per rimanere sul mercato e competere: conoscere i megatrend, utilizzare i big data, anticipare le soluzioni di viaggio, rappresentano un must per l’industria dei viaggi. Entro novembre sarà pronto questo superindice che, incrociando i dati provenienti dai vari ambiti dove opera il turismo organizzato (aeroporti, porti, alberghi) si potrà finalmente lavorare su dati attendibili, certi.»
Infine una battuta sull’associazionismo, dove Patanè non disdegna una punta d’ironia a proposito delle beghe in casa Confcommercio: «Con Fto abbiamo trovato delle belle intese con Federalberghi e con Fipe, mentre con altre sigle si stenta ad aprire il dialogo: ma sono convinto che se c’è la passione di stare insieme e costruire un nuovo modello associativo appagante per gli associati, il ruolo delle rappresentanze sindacali può rafforzarsi. Personalmente ritengo che un associato abbia diritto a chiedere opportunità, in ogni ambito, da quello formativo a quello commerciale. In Fto abbiamo ricreato una filiera di rappresentanza che coinvolge vari soggetti che operano nel settore. E questo è il vero e unico ambito dove si può aprire un dialogo tra i vari fornitori, rivenditori e partner», conclude Patanè.