Una perdita netta da brividi che raggiunge i 6,7 miliardi di euro nel 2020 per il Gruppo Lufthansa. Niente di sorprendente, viste le criticità di tutto il settore a causa della pandemia, ma comunque è un segnale di allarme per il colosso tedesco che nel 2019 aveva raggiunto un utile netto di 1,2 miliardi. Allo stesso tempo, però, il ceo del Gruppo Carsten Spohr alza l’asticella e non esclude una partnership con la nuova Alitalia che dovrebbe nascere nei prossimi mesi dalla newco Ita.
Proprio durante la videocall di presentazione del bilancio annuale, infatti, Spohr avrebbe affermato che «l’Italia è il nostro principale mercato europeo per i voli e quindi una partnership è nei nostri piani. La situazione nella compagnia (Alitalia, ndr) sta cambiando e ci aspettiamo un dialogo più stringente nelle prossime settimane», secondo quanto riporta il quotidiano La Repubblica.
Ma Lufthansa, ora, deve comunque guardare con attenzione i conti perché lo scorso anno il fatturato è crollato del 62,7% a 13,8 miliardi di euro e l’utile rettificato prima degli interessi e delle tasse ha raggiunto i 5,5 miliardi di euro in negativo. Le entrate totali delle compagnie aeree del Gruppo (Lufthansa, Austrian, Swiss Air, Brussels Airlines e Eurowings) per l’intero anno sono diminuite del 63% a 13,59 miliardi di euro, dai 36,42 miliardi di euro del 2019. Così anche per il 2021 il Gruppo tedesco prevede un anno difficile che risentirà ancora dell’effetto Covid con una prospettiva di crescita della domanda solo per la seconda metà dell’anno. Il pieno ritorno ai livelli pre Covid, però, non è ipotizzabile prima di due-tre anni.
«Ci aspettiamo che la domanda riprenda non appena i limiti di viaggio restrittivi saranno ridotti da un’ulteriore introduzione di test e vaccini e questo dovrebbe coincidere con l’inizio dell’estate – ha detto Carsten Spohr – A breve termine ci auguriamo di poter offrire fino al 70% della nostra capacità rispetto al 2019». A differenza del suo grande nemico, Michael O’Leary, il ceo di Lufthansa crede invece fortemente nel passaporto vaccinale per far riaprire le frontiere e far ripartire il settore: «Ora è necessario che certificati vaccinali digitali e test rapidi prendano il posto di quarantene e chiusure delle frontiere», ha sottolineato.
La sfida che aspetta Lufthansa, però, prevede anche un ridimensionamento del Gruppo. «Il nostro focus resta la sostenibilità, così stiamo immaginando di non utilizzare più tutti gli aerei con più di 25 anni di attività, tornando al 70% della capacità pre crisi a grazie a una compagnia più piccola, ma agile». Spohr ha poi assicurato che, a lungo termine, saranno garantiti circa 100mila posti di lavoro, il 20% inameno rispetto al pre pandemia.
Le buone notizie, infine, vengono solo dal settore cargo che, complice la pandemia, ha regalato enorme soddisfazioni al colosso tedesco grazie allo sviluppo dell’ecommerce e alla movimentazione di merci, anche di tipo sanitario. L’Ebit rettificato di Lufthansa Cargo, infatti, è stato di 772 milioni di euro.
Per la controllata Swiss Air, infine, è la prima volta in 15 anni che si raggiunge il rosso in bilancio: la compagnia aerea ha registrato infatti una perdita operativa di 654 milioni di franchi (quasi 600mila euro) e il fatturato è sceso del 65,2% a 1,85 miliardi di franchi (1,66 miliardi di euro).