L’effettiva ripresa del settore viaggi e turismo potrebbe essere messa a serio rischio se circa 1,2 milioni di posti di lavoro in tutta Europa rimangono vacanti. È l’avvertimento di World Travel & Tourism Council (Wttc) e l’European Travel Commission (Etc), secondo cui bisogna intraprendere azioni urgenti – con pubblico e privato in sinergia – per risolvere questo grave problema relativo alla mancanza di manodopera già a partire dall’estate in corso.
Nel 2020, nel pieno picco della pandemia, l’industria del travel nell’Unione europea ha sofferto la perdita di quasi 1,7 milioni di posti di lavoro. L’anno successivo, con il progressivo allentamento restrittivo da parte dei governi, il settore ha reintegrato oltre 570mila lavoratori.
Nel 2022, il turismo proseguirà il suo rilancio post pandemico, ma Julia Simpson, Wttc president & ceo, avverte: «L’Europa ha attuato una delle riprese più marcate, superiore a quella della media globale. Tuttavia, l’attuale carenza di manodopera può rallentare il recupero ed esercitare ulteriori pressioni su un settore già messo alle strette (oltre al Covid, il travel subisce gli effetti dell’attuale pesante spinta inflazionistica, ndr). I governi e il settore privato devono unirsi per risolvere questa problematica».
Luis Araujo, Etc president, commenta: «L’Europa deve diventare destinazione sempre più sostenibile. L’obiettivo della doppia transizione, verde e digitale, sarà raggiunto solo se riusciremo ad attrarre e trattenere i talenti del settore. È questa una delle principali sfide da portare a termine e necessita di soluzioni coordinate tra pubblico e privato».
Secondo Wttc ed Etc è necessario migliorare la mobilità e consentire il lavoro flessibile e a distanza; rafforzare l’attrattività del settore garantendo un lavoro sicuro e dignitoso; spingere sulla formazione e promuovere l’istruzione; adottare soluzioni tecnologiche e digitali innovative.