Petrolio in calo, boccata d’ossigeno per le adv
Significativo calo del costo del carburante a novembre, con le agenzie di viaggi che per le prossime partenze potrebbero beneficiare di adeguamenti ai prezzi dei pacchetti di viaggio inferiori a quelli dei sei mesi scorsi.
Semestre segnato da un costante incremento del valore del petrolio e, di conseguenza, da ingenti cifre da richiedere al cliente al momento del calcolo dell’adeguamento carburante aereo. Per i viaggi di dicembre, ad esempio, gli agenti hanno ricevuto dai tour operator schede tecniche con valori di riferimento rispetto alle destinazioni in catalogo che oscillano da un minimo di 30 euro circa (per mete come Canarie ed Egitto) a oltre 130 euro per persona (Madagascar o anche Maldive).
INVERSIONE DI TENDENZA. A novembre, secondo le stime pubblicate dal Jet Fuel Price Monitor di Iata, è stata rilevata una media che per tonnellata metrica del petrolio è stata pari a 658,56 dollari. Una cifra che, rispetto a ottobre, segnala un importante decremento del prezzo del carburante pari a 99,30 dollari, cioè al -13,1%.
«Una sensibile decrescita del costo del fuel nel mese di novembre è sicuramente una notizia molto positiva per tutte le aziende del settore – ha dichiarato Gabriele Milani, direttore nazionale di Fto – E mi auguro che arrivino conferme nei mesi successivi con una reale inversione del trend. La situazione nel corso del 2018 è stata critica: basti pensare che a giugno c’è stato un +55% del costo del carburante rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, e che a ottobre sono stati superati i 750 dollari».
IL FATTORE EURO-DOLLARO. Un altro fattore che potrebbe influenzare la flessione del famoso “supplemento YQ” nei prossimi mesi è il cambio dollaro-euro. Secondo la Banca centrale europea (Bce), infatti, sempre a novembre la moneta Usa ha registrato un cambio medio pari a 1,13669 dollari per ogni euro, con un deprezzamento dell’1,2% rispetto al mese precedente.
Numeri, questi, che vedono la media mensile di novembre attestarsi sotto la barriera dei 700 dollari – anche se rispetto allo stesso periodo del 2017 siamo comunque di fronte a una crescita del 9% – e scendere sotto i 600 nell’ultima settimana del mese, fino alla soglia di 590, 93 dollari.
«Il volo aereo è una componente importante dei pacchetti di viaggio. In alcuni casi passano molti mesi dal momento in cui viene deciso il prezzo del pacchetto dall’organizzatore al momento della partenza, e quindi forti oscillazioni in aumento del costo del carburante possono comportare delle variazioni di prezzo rispetto al listino pubblicato dal catalogo. Se queste variazioni sono comunicate al cliente a prenotazione effettuata possono diventare un problema nella relazione tra agenzia e rispettiva clientela», ha aggiunto Milani.
In più, è necessaria anche «maggiore trasparenza sul listino pubblicato nel catalogo», precisa il direttore nazionale di Fto, specificando come il «desiderio di uscire con un prezzo aggressivo non deve non tener conto delle reali condizioni dei prezzi del petrolio più vicine al momento della stampa del proprio volume, e comunque le condizioni vanno ben evidenziate per capire se allineate a quelle esistenti al momento del contatto con il cliente».
Il tutto, considerando che la nuova direttiva pacchetti – ormai in vigore già dal 1° luglio scorso – prevede che eventuali aumenti del fuel siano comunicati in modo chiaro, preciso e con evidenza delle modalità di calcolo almeno 20 giorni prima dell’inizio del viaggio, con diritto di recesso oltre l’8% del prezzo complessivo del pacchetto.
In tal senso, «Fto monitora con frequenza settimanale l’andamento del costo del carburante e produce mensilmente un indice medio che viene pubblicato sul sito, oltre che un report di dettaglio inviato ai propri associati», chiude Milani.