by Giulia Di Camillo | 10 Ottobre 2019 7:00
Svolta storica per il mondo delle criptovalute, che a fine settembre si è visto aprire le porte niente di meno che da Intercontinental Exchange (Ice). L’operatore che gestisce la Borsa di New York (Nyse), infatti, ha battuto il primo feature fisico – per un valore di 10.115 dollari – basato su Bitcoin, valuta tanto discussa che ora si mette sullo stesso piano di prodotti come l’oro e il petrolio e si forgia di una credibilità del tutto diversa all’interno del regno delle monete digitali, nonostante l’avvio dei contratti non sembra essere stato dei migliori.
Va detto, però, che la negoziazione di Bitcoin è già possibile su una miriade di piattaforme e per investire basta registrarsi e aprire un wallet digitale per avviare il trading. Ma ora sembra che l’asticella si voglia alzare, perché c’è tutta l’autorevolezza di Wall Street a trascinare la crescita delle criptovalute, universo che tra non molto dovrebbe accogliere sia Libra che Gram, le due scommesse di Facebook e Telegram.
Risale allo scorsco giugno l’annuncio di Mark Zuckerberg, con il lancio della sua cryptocurrency (Libra, appunto) previsto per il 2020. Poi la risposta di Telegram, che dopo il passo indietro nel 2018 sarebbe pronto ad anticipare Facebook ed entro ottobre promette il debutto della sua moneta digitale, il Gram.
Entrambi i progetti, di cui ancora non si riesce ad avere le specifiche definitive, sembrano avere uno scopo piuttosto simile in termini di scambio di denaro senza vincoli e a prezzi contenuti, ma se il valore della moneta dell’app di messaggistica di Pavel Durov sarà fluttuante come i bitcoin, quello della Libra resterà invece stabile nel tempo.
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