by Andrea Lovelock | 22 Marzo 2022 6:39
Altro che brindisi: la pioggia di soldi – ovvero un miliardo di euro, previsti nel Pnrr per piccoli comuni e borghi, finalizzati alla riqualificazione ed al loro rilancio turistico, ha provocato numerose critiche, provenienti soprattutto da Legambiente e dalle Comunità Montane. Critiche che si sono concentrate sull’idea che lo stanziamento abbia creato una vera e propria disfida tra borghi, causata dai criteri adottati nei bandi per l’assegnazione e distribuzione dei fondi.
Intanto, però, il primo round si è già concluso con l’individuazione dei 21 progetti presentati dalle Regioni e Province Autonome che beneficeranno della prima tranche di 420 milioni di euro (a conti fatti ciascun progetto verrà finanziato con 20 milioni di euro). I progetti prevedono l’insediamento di nuove funzioni, infrastrutture e servizi nel campo della cultura, del turismo, del sociale o della ricerca, come ad esempio scuole o accademia di arti e dei mestieri della cultura, alberghi diffusi, residenze d’artista, centri di ricerca e campus universitari, residenze sanitarie assistenziali (Rsa) dove sviluppare anche programmi a matrice culturale, residenze per famiglie con lavoratori in smart working e nomadi digitali, grazie anche alla sfida della banda larga.
I PRIMI 21 VINCITORI
Nel dettaglio la Regione Umbria ha ritenuto il progetto presentato dal Comune di Terni per il borgo di Cesi il più completo ed idoneo, nonché conforme ai requisiti di fattibilità e realizzabilità previsti dal Pnnr; mentre la regione Marche ha individuato Montalto delle Marche, quale borgo-pilota tra i 13 pervenuti.
La Regione Campania ha individuato il Comune di Sanza, in provincia di Salerno. Il progetto “Sanza: Borgo dell’accoglienza” prevede, tra le altre cose, la realizzazione di una città-albergo e residenze co-working. Il Friuli-Venezia Giulia ha scelto il progetto presentato dal Comune di Gorizia per borgo Castello. Per la Regione Liguria, quello prescelto è il Borgo Castello nel Comune di Andora (Savona) con un progetto che “parte dal recupero del patrimonio archeologico, del patrimonio botanico, delle tradizioni liguri, degli antichi mestieri.
Dal canto suo la Regione Lazio ha scelto Trevinano, borgo di 140 abitanti, frazione di Acquapendente, in provincia di Viterbo. Il progetto ‘Trevinano Re-Wind’ prevede di ricostruire il tessuto sociale nella sua complessità, dai giovani agli anziani, tenendo conto delle realtà imprenditoriali locali, di attivare percorsi di stage o corsi universitari, di trasformare le case disabitate, in “albergo diffuso” o in cohousing per anziani.
La Regione Sicilia ha scelto “A Cunziria” (La Conceria), borgo situato nel territorio del comune di Vizzini. La Regione Emilia-Romagna ha selezionato la proposta del Comune di Grizzana Morandi (Bologna) dal titolo “Da Campolo l’arte si fa Scola”. Il progetto riguarda il Borgo di Campolo (150 unità immobiliari di cui l’80% in abbandono) e prevede la creazione di start-up locali collegate alla Scuola di Alta Formazione Edile e del Restauro a Campolo, la Casa delle Arti di Scola, gli Studi per attività cinematografiche e audiovisive della Rocchetta Mattei.
In Calabria è stata scelta la cittadina di Gerace, in provincia di Reggio Calabria. La Regione Molise ha selezionato il Comune di Pietrabbondante (IS), borgo di poco più di 600 abitanti che conta tra le 20 e le 25mila presenze turistiche ogni anno nella sola area archeologica. L’Alto Adige propone il comune di Stelvio, il cui agglomerato romanico conta appena 421 abitanti. Il progetto prevede spazi di coworking, la conversione del negozio del villaggio in un centro servizi, un museo diffuso, investimenti nell’agricoltura e residenze per artisti. Il Trentino invece si propone con il comune di Palù del Fersina-Palai en Bersntol e la val dei Mòcheni. La proposta prevede un insieme di azioni, dalla valorizzazione del paesaggio alla riqualificazione degli edifici, passando per l’impulso sui temi della mobilità sostenibile, della digitalizzazione, del turismo e delle attività outdoor”.
La Regione Puglia ha scelto Accadia (Foggia), tra i 15 in lizza. Il Comune ha candidato il medievale Rione Fossi, un quartiere di interesse storico che si affaccia sui Monti Dauni. In Toscana ha vinto la proposta del Comune di Cavriglia, che ha candidato Castelnuovo dei Sabbioni, borgo abbandonato che si affaccia sul lago di San Cipriano, uno dei paesi fantasma più intriganti della regione.
La Valle d’Aosta ha presentato il piccolo comune di Fontainemore, paesino della valle del fiume Lys che non arriva a 450 abitanti. Il borgo di Boure de Gris sarà interessato da un progetto di recupero finalizzato a coniugare la vocazione agricola e turistico-ricettiva della località montana. Per l’Abruzzo il borgo prescelto è Rocca Calascio con il suo castello, il più fotografato d’Italia e visitato da centomila persone l’anno. Il Veneto ha scelto il Borgo storico delle Terme di Recoaro , grazie ad un progetto di rigenerazione urbana.
LE REAZIONI
Nell’illustrare il primo traguardo raggiunto con questi 21 progetti il Ministro della Cultura, Dario Franceschini, ha sottolineato che «Nel piano di recupero complessivo dei borghi ci si augura che si possa avere il pieno coinvolgimento di imprenditori privati. Col rifiorire di attività commerciali, artigianali, si possono ripopolare piccoli borghi ed è una grande sfida che si accompagna anche quella della ‘banda larga’ che può diventare per i borghi un nuovo elemento di attrattività turistica.»
Soddisfatto il Presidente dell’Anci, Antonio De Caro, che ha evidenziato come «grazie all’azione svolta dal Mibac, si è raggiunto un primo grande risultato col quale si potrà fronteggiare lo spopolamento e promuovere nuovi insediamenti con un forte richiamo turistico».
Gli ha fatto eco Giuseppe Roma del Comitato dei Borghi che ha sottolineato: «A mia conoscenza non c’è nessuna linea del Pnrr che abbia avuto in altri settori un dialogo così stretto tra le amministrazioni locali, mondo associativo, gli stakeholder e il territorio, come quello realizzato per la progettualità dei Borghi. Con un bando ben mirato che finanzia soprattutto attività da sostenere ‘nei’ borghi, affinché ritrovino una loro vitalità. In sostanza sono stati ben individuati progetti che possono portare lavoro nei borghi e quindi residenti in grado di agevolare il ripopolamento dei borghi stessi. Il successo che ha avuto questo Bando lo danno le cifre: 1 comune su tre ha elaborato un suo progetto. Vale a dire 1.800 progetti su 5000 piccoli comuni è un risultato eccezionale».
Ma per la seconda tranche di risorse, 580 milioni di euro, son già pronti a dar battaglia Legambiente e
l’Unione delle Comunità Montane che, attraverso una raccolta firme, chiede esplicitamente di rivedere il meccanismo, invocando una procedura pubblica e trasparente. Una modalità più democratica da applicare per questa Linea B di finanziamenti finalizzata alla riqualificazione turistico-culturale e da assegnare alla categoria degli oltre 200 borghi storici presenti sul territorio nazionale.
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