Un’occasione persa per gli scali italiani. È stato bollato così da Assaeroporti il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza – Pnnr, ora al vaglio del Parlamento, che non prevede – come proposto dal comparto – progetti per la transizione green e digitale del sistema aeroportuale italiano.
È “una scelta incomprensibile”, scrive l’associazione che ricorda come gli oltre 3 miliardi di investimenti avrebbero favorito lo sviluppo sostenibile degli scali, con un valore aggiunto generato di quasi 1 miliardo di euro e un impatto positivo sull’occupazione stimato in oltre 22 mila lavoratori in più nel periodo 2022-2026.
«È difficilmente accettabile la posizione espressa dal governo italiano, come anche la rigida chiusura a livello europeo, che comportano la forte penalizzazione di un settore fondamentale per l’economia dell’Italia» che, nell’ipotesi migliore, ritornerà ai livelli pre Covid solo nel 2024, afferma il presidente di Assaeroporti Fabrizio Palenzona.
“Gli aeroporti – prosegue l’associazione in una nota – hanno investito e stanno investendo, già da diversi anni, ingenti risorse sulla sostenibilità del settore, soprattutto in termini di transizione energetica e decarbonizzazione. Ne sono testimonianza anche certificazioni e riconoscimenti ottenuti a livello europeo e internazionale, come l’Airport Carbon Accreditation e NetZero 2050”.
Solo nel primo anno dall’insorgere della pandemia, la perdita di fatturato registrata dagli aeroporti italiani ammonta a oltre 2,4 miliardi di euro, a fronte di una contrazione del traffico passeggeri del -83%. “Continuare a perseguire tali obiettivi di sostenibilità richiederà, anche nei prossimi anni, un enorme e rapido impegno, incompatibile con una fase di crisi duratura”, conclude Assoaeroporti.