Polizze viaggi alla prova “NatCat”
Alluvioni, terremoti e incendi che compromettono viaggi e vacanze: in una parola “NatCat” (catastrofi naturali) è il nuovo paradigma che il mondo assicurativo è chiamato a declinare con soluzioni innovative. Secondo il “World Property and Casualty Insurance Report 2022”, i cambiamenti climatici rappresentano le nuove sfide per tutto il mondo assicurativo in generale e per il travel insurance in particolare, che entro il prossimo anno dovranno porre in essere formule e pacchetti d’offerta in grado di garantire nuovi modelli di business.
E non è un caso che il recente “Summer Vacation Confidence Index” realizzato da Allianz Partners ha fatto emergere che per il 73% degli assicurati il cambiamento climatico rappresenta una delle principali fonti di preoccupazione e quasi la metà delle compagnie assicurative condivide questa preoccupazione, perché le cosiddette “catastrofi naturali” sono destinate a incidere profondamente sulle nuove formule assicurative legate al segmento viaggi&vacanze, al punto che sono proprio questi fattori climatici a poter influenzare le scelte delle destinazioni.
Il report realizzato da OpinionWay per il noto colosso assicurativo internazionale, infatti, evidenzia che proprio in seguito alle gravi catastrofi naturali degli ultimi anni, tra cui le recenti alluvioni e i grandi incendi, il 58% degli intervistati ha dichiarato di tenere conto di tali rischi nella scelta della destinazione delle vacanze. A livello internazionale, i viaggiatori di Spagna (65%), Svizzera (62%) e Italia (59%) sono quelli che hanno dimostrato una maggiore sensibilità sul tema.
Da qui le prospettive per l’immediato futuro: secondo Assinews, il mondo delle assicurazioni di viaggio, in Europa, entro il 2027 potrà valere intorno agli 8,5 miliardi di euro, con un forte incremento dovuto alla crescente adozione dell’assicurazione di viaggio, non solo legata a motivi di salute, ma anche agli accadimenti naturali, per i quali sarà necessario adottare soluzioni soddisfacenti per il cliente. Ma in Italia, secondo quanto riportato da Segugio.it, è davvero bassa la percentuale di italiani che si assicurano dai rischi catastrofali. Uno studio dell’Eiopa (Autorità europea delle assicurazioni) evidenzia la scarsa diffusione in tutta Europa delle polizze NatBat, ma ora con il moltiplicarsi delle catastrofi naturali il mondo assicurativo non può più fare orecchie da mercante, anche perché deve essere pronto alle sollecitazioni di una clientela sempre più sensibile e orientata a premunirsi, con coperture assicurative ad hoc, per salvaguardare il loro bene-vacanza anche da fenomeni climatici estremi.
L’IDEA DEL FONDO DI PICHETTO FRATIN
Le polizze contro le catastrofi naturali – le cosiddette NatCat – hanno avuto finora una scarsa diffusione nel vecchio continente. Parola dell’Eiopa, l’Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali e professionali, autrice di un report sul tema, secondo cui solo un quarto delle perdite registrate nell’ultimo quinquennio risultava essere coperto. «I cittadini e le imprese europei sono chiaramente sottoassicurati contro una serie di rischi tra cui inondazioni, incendi e tempeste», ha spiegato il presidente Petra Hielkema, che ha poi invitato a cambiare rotta, considerato che «gli eventi meteorologici legati ai cambiamenti climatici diventano più gravi e più frequenti in tutto il nostro continente». Da qui la consapevolezza che le stesse compagnie devono ripensare l’offerta per «capire le ragioni per cui esistono lacune di protezione».
Ma la questione, per lei, coinvolge l’intera comunità: «Qui è in gioco la futura capacità della nostra società di riprendersi e ricostruirsi da eventi devastanti». In Italia un’importante proposta è arrivata dal ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin. In occasione dell’ultimo meeting innovation di Ania, Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici, aveva lanciato la sua idea: «Dobbiamo riflettere sulla possibilità che diventi obbligatoria una polizza contro i rischi di catastrofi naturali, per allineare la legislazione italiana a quella di molti altri Paesi e per ottenere un’omogeneità delle garanzie di fronti a tali eventi». Sullo sfondo, dunque, l’ipotesi – al momento non concretizzata – di istituire un fondo ad hoc che potrebbe, perché no, riguardare anche i viaggi.