Pompei a numero chiuso? Anche i sindacati dicono sì, ma a una condizione: “Più peso agli italiani nelle entrate gratuite“.
Insomma, la novità degli ingressi limitati e dei biglietti nominativi nel celebre Parco archeologico, in vigore dal 15 novembre – con un massimo giornaliero di 20.000 visitatori e la suddivisione in fasce orarie nel periodo estivo – convince le sigle di settore. Cisl e Fpl mostrano di gradire “il nuovo piano organizzativo, ma la politica degli ingressi gratuiti è da rivedere”.
“I Coordinatori di Cisl e Fpl del Parco archeologico di Pompei – si legge in una nota – congiuntamente ai propri rappresentanti della Rsu di riferimento, confermano la condivisione del nuovo piano organizzativo proposto prima e realizzato dopo dall’Amministrazione, al fine di migliorare l’offerta culturale e garantirne la sicurezza sia del personale che dei visitatori, nonché assicurando la tutela del patrimonio archeologico“.
Allo stesso tempo, però, le organizzazioni sindacali chiedono un’inversione di rotta sugli ingressi gratuiti: “L’istituzione dell’ingresso gratuito nelle prime domeniche del mese ha dimostrato di non portare beneficio né al turismo né ai beni archeologici, perché, in quelle giornate, si verificano vere e proprie invasioni di visitatori, scarsamente di tendenza turistica, in quanto oltre agli interessati alla storia antica affluiscono anche curiosi e perditempo, tanto da renderne difficile la vigilanza, la sicurezza e l’integrità dei beni culturali».
Iniziativa – scrivono ancora Cisl e Fpl che “non abbiamo mai ritenuto brillante, né tantomeno abbiamo condiviso l’abolizione dell’ingresso gratuito agli italiani ultra 65enni e ai pensionati dello stesso ministero, istituendo invece un beneficio agli stranieri che, tra l’altro, non ricambiano gli stessi favori agli italiani in vacanza all’estero. Riteniamo che il governo dovrebbe offrire ai propri cittadini la possibilità di conoscere la loro storia, lasciando agli stranieri le stesse condizioni che offrono agli italiani nel loro Paese”.