Un Ponte di partenze quello dell’Immacolata; e, per gli italiani, un weekend lungo soprattutto di turismo domestico. È quanto mettono in evidenza le associazioni del turismo, con la voglia di viaggiare che supera le incognite dei rincari e dell’inflazione.
Per Federturismo, il Ponte dell’Immacolata apre la stagione invernale con oltre 12 milioni di italiani che rimarranno prevalentemente nel Paese scegliendo la montagna che registra il tutto esaurito e dove da questo lungo fine settimana si prevede l’apertura della maggior parte dei comprensori sciistici italiani.
Se il 90% dei viaggiatori rimarrà all’interno dei confini nazionali, Federturismo evidenzia che ci sarà una piccola percentuale, soprattutto di giovani, che trascorrerà il lungo weekend in una delle capitali europee: Parigi, Barcellona e Amsterdam in testa.
In Italia, grande affluenza nelle città d’arte di italiani e stranieri; destinazioni che fino a Capodanno godranno di una solida domanda negli hotel non solo di camere base, ma anche di suite da parte di turisti europei (tedeschi e francesi innanzitutto) e americani che pernotteranno 3/ 4 notti con una media prezzi per adesso coerente con lo scorso anno. Bene anche le località termali, valida alternativa per concedersi qualche giorno di relax.
Confcommercio stima un giro di affari di 4,4 miliardi di euro per il Ponte dell’Immacolata, con 11 milioni di italiani tra i 18 e i 74 anni in viaggio e una spesa spesa media pro capite di 400 euro tutto compreso, diretti quasi esclusivamente in Italia. Quattro intervistati su 10 hanno dichiarato di rimanere all’interno della propria regione di residenza e per 6 su 10 il periodo della vacanza durerà meno di 3 giorni.
In tre casi su 10, il driver principale è la ricerca dell’atmosfera natalizia. Il che privilegia le destinazioni nazionali che più evocano le atmosfere del periodo: come Trentino Alto Adige, Lombardia, Toscana, Lazio e Campania.
Per l’11% di italiani diretti all’estero, per una vacanza presumibilmente di 5 o più giorni, la prima meta è la Francia – Parigi – seguita da vicino da Austria e Germania; poi, la Spagna.
Assoturismo Confesercenti registra per il Ponte dell’Immacolata turismo in crescita, ma senza pienone. Se il trend è positivo, l’associazione non riscontra il tutto esaurito – soprattutto per le località di montagna e per molte città d’arte – e stima una saturazione dell’offerta ricettiva tra il 7 e l’11 dicembre al 71%, per un totale di circa 4,5 milioni di pernottamenti.
Il Cst – Centri Studi Turistici per Assoturismo Confesercenti attesta un movimento di turisti per tutte le tipologie di destinazione, con in testa località montane e mete culturali. Il tasso di occupazione delle strutture delle aree montane si attesta all’82%, quello delle città d’arte è al 78% con punte di oltre il 90% per alcune realtà. Sotto la media, invece, le prenotazioni nelle località marine, termali e dei laghi. Il trend risulta diversificato tra le macroaree del Paese: le regioni con maggior dinamismo sono a nord e centro Italia.
Per Assoturismo, “i risultati sono complessivamente positivi, anche se ancora sotto i livelli pre pandemia. Potrebbe trattarsi di un rallentamento fisiologico della domanda prima delle vacanze natalizie, ma ad oggi resta il dato rilevante di un 2022 che ha registrato una significativa crescita del mercato”.
I dati provvisori relativi ai primi 8 mesi dell’anno (gennaio-agosto 2022), evidenziano un numero di pernottamenti in Italia aumentato del +46,2%, avvicinandosi ai livelli del 2019 (-11,5%). Le presenze dei turisti stranieri, rispetto al 2021, sono cresciute del +110,8%, anche se la distanza con i valori del 2019 segna ancora il -15,5%. Invece, le presenze degli italiani sono aumentate del +14,9%, con una differenza rispetto al 2019 del -7,6%. Nei prossimi mesi si avrà un quadro più preciso della movimentazione del mercato, ma i dati provvisori tendono a confermare il consolidamento della ripresa, sostenuta soprattutto dalla crescita del turismo internazionale.
Per Confindustria Alberghi, il Ponte dell’Immacolata è nel segno di un consolidamento del trend positivo del turismo internazionale. L’Italia si conferma meta gettonata dai viaggiatori stranieri, tiene anche il turismo domestico e le strutture alberghiere raggiungono un tasso medio di occupazione del 70%. Gli Usa si confermano come primo mercato su lungo raggio grazie anche al cambio ancora molto favorevole euro dollaro. Per quanto concerne il turismo di prossimità, Francia, Germania e Regno Unito scelgono l’Italia prediligendo le strutture alberghiere nelle città d’arte ma non solo. Roma e Torino sono ai primi posti con un’occupazione media del 75%; Milano nel segmento 5 stelle registra livelli di poco sopra la media nazionale; seguono Firenze e Venezia rispettivamente al 65 e 45%. In attesa della ripartenza della montagna, si conferma la tendenza delle vacanze nella natura e il recupero delle aree interne, in particolare l’Umbria fa segnare un dato di occupazione media che sfiora il 90%.
«I risultati confermano un settore in ripresa. Un segnale importante per gli operatori e per il Pil del Paese a cui negli ultimi 6 mesi il turismo ha dato un apporto davvero significativo. Resta il problema del caro energia e dei conseguenti aumenti che pesano sui conti degli alberghi, ma confidiamo sulla tenuta del mercato e sugli aiuti del governo per affrontare anche i prossimi mesi», dice Maria Carmela Colaiacovo, presidente di Confindustria Alberghi.
Per l’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, sono circa 8,8 milioni gli italiani (il 14,6%) in partenza per il ponte dell’8 dicembre. Più del 91% dei viaggiatori preferisce restare in Italia, mentre poco più del 5% ha deciso di partire per l’estero. Il 72% di coloro che restano dentro i confini nazionali predilige mete nella propria regione di residenza, complice anche il caro benzina per chi viaggia in auto. Particolare attenzione è rivolta al risparmio in vista delle spese per le imminenti festività natalizie, ma soprattutto a causa dei rincari che hanno colpito tutti i settori.
Chi parte comunque di partire predilige modalità low cost: alloggiando, per esempio, in seconde case o a casa di parenti e amici (35%). Anche la durata del viaggio si riduce: in molti scelgono di non approfittare dell’intero ponte, ma solo di 2, al massimo 3 giorni. Quest’anno, a differenza del 2021, le mete più ambite sono le località montane, che l’anno scorso erano state spodestate dalle località d’arte. Queste ultime restano, comunque, la seconda scelta degli italiani.
Federconsumatori ha effettuato un’indagine sui costi medi che gli italiani dovranno sostenere per godersi il weekend di vacanza: nel caso in cui si decida di andare in montagna, le spese da sostenere sono in media 1.125,98 euro a persona e comprendono il noleggio dell’attrezzatura da sci, l’alloggio, gli skipass e i pasti al ristorante. Mentre se si è deciso di visitare una città d’arte la spesa media scende a 625,01 euro a persona considerando ristoranti, alloggio, mezzi di trasporto e visite a musei, monumenti e mostre. Generalmente nel 2022 le spese medie che gli italiani dovranno sostenere per questo weekend, nonostante una maggiore accortezza ai prezzi, sono aumentate di oltre il 5,8% rispetto al 2021.
Per l’Enit, il Ponte dell’Immacolata registra un’impennata del turismo in Italia, con prenotazioni in aumento anche fino al 100% in alcune città d’arte. Le prenotazioni delle camere disponibili nelle strutture ricettive sui canali Ota sono attualmente al 35% per la settimana dal 5 al 12 dicembre, una percentuale in crescita rispetto al 19,6% dello stesso periodo del 2021. Con picchi nelle giornate del ponte dell’immacolata dall’8 al 10 dicembre quando il tasso di saturazione rispettivo raggiunge il 43,8%, il 50,2% e 44,9% contro il 14,6%, 16,7% e 19,7% del 2021. È il turismo montano a trainare: nelle giornate del ponte supera di gran lunga la media nazionale con il 62,4%, 68,9% e 60,0% della disponibilità prenotate. Bene anche il lago (8 dicembre 47,4%; 9 dicembre 52,4%: 10 dicembre 49,8%), il turismo culturale (48,3%; 56,1%; 47,8%) e quello termale (51,6%; 53,1%; 46,4%).
Per la settimana dal 5 all’11 dicembre le prenotazioni aeree dall’estero verso l’Italia sono oltre 74mila e aumentano del +57,3% rispetto allo stesso periodo del 2021. Sono soprattutto viaggiatori provenienti da Usa e Penisola Iberica. Gli arrivi aeroportuali dall’estero sono trainati dalle provenienze statunitensi (10.689; +37,9% sul 2021) e spagnole per le quali si rileva anche la crescita maggiore rispetto alla stessa settimana 2021 (7.168; +78,8%). In leggera flessione il dato dalla Francia che, al momento, vede un calo del -4,1%
L’Italia non raggiunge in questa settimana i volumi dei competitor Spagna e Francia ma li supera per performance di crescita con un +57,3% nella settimana 5-11 dicembre 2022 sul 2021 rispetto a Spagna (+15,5%) e Francia (+42,7%) e Grecia (+48,1%) superate di 10 punti percentuali.
Anche le città d’arte si fanno notare. Al netto dei volumi, le prenotazioni aumentano più del 100% verso Verona (+141,7%), Torino (+131,3%) e Palermo (+121,1%). Seguono Roma (+89,2%) e Trieste (+73,3%). «Si stanno raggiungendo i livelli del 2019: se nel complesso per la settimana che copre il ponte dell’Immacolata il risultato complessivo delle prenotazioni aeree verso l’Italia è indietro del -31,7% – dichiara Ivana Jelinic, ceo Enit – Fa ben sperare invece il dato positivo secondo cui si assottiglia il gap per le prenotazioni dagli Usa del -4,8%».