by Fabrizio Condò | 21 Aprile 2023 11:55
Febbre da Ponti in Italia. Tra il 25 aprile e il primo maggio saranno 17 milioni gli italiani in viaggio, per un giro d’affari che si aggira sui 7,4 miliardi di euro. Dopo i grandi risultati di Pasqua, saranno infatti in 9 milioni a muoversi per la Festa della Liberazione, che cadendo di martedì offre l’opportunità di sfruttare un weekend lungo. Otto milioni e 99 mila, invece, quelli che si muoveranno in occasione della festa dei lavoratori, che sarà di lunedì. Voli pieni all’aeroporto di Roma Fiumicino, così come a Milano, Bologna, Venezia e Napoli: boom dei voli low cost.
«Ancora una volta viene da considerare la necessità impellente di sostenere ogni giorno di più un settore come il turismo che è traino del Paese», fa notare il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, commentando i risultati di un’indagine, realizzata con il supporto di Acs Marketing Solution su un campione di oltre 3.000 italiani. «E’ una grande conquista per tutto il mondo della ricettività il fatto che la maggioranza dei viaggiatori in questa circostanza abbia considerato l’albergo come alloggio preferito – sottolinea Bocca – Si tratta di un fattore importante perché evidenzia la capacità di tenuta del nostro comparto, anche a dispetto del dramma e delle enormi difficoltà provocate dalla pandemia. I risultati attuali fanno immaginare una buona performance pensando all’estate».
In base al sondaggio, dunque, per quanto riguarda il 25 aprile, il 91,4% degli intervistati resterà in Italia, mentre l’8,6% sceglierà una località estera. Le mete preferite per i viaggiatori che resteranno nel nostro Paese saranno il mare, 29,7%, le città d’arte, 28,8%, e la montagna, 17,5%. Per chi si recherà all’estero, grande preferenza alle grandi capitali europee, 68,6%, seguite da quelle extraeuropee, 14,3%. Alberghi in testa agli alloggi, 32,3%, quindi le abitazioni di parenti e amici con un 22,4%, i bed & breakfast, 18,2%, e le case di proprietà, 12,3%. La vacanza avrà una durata media di 4 notti e il 5% di chi parte per il ponte della Liberazione, rimarrà fuori fino al primo maggio. La spesa media pro capite sarà pari a 490 euro. Chi resterà in Italia spenderà mediamente 463 euro, mentre la spesa aumenta per chi trascorrerà un periodo di vacanza oltre confine, 721 euro. Il turismo si conferma un driver eccezionale per l’economia del territorio creando un giro di affari di 4,4 miliardi di euro.
Anche per il primo maggio l’Italia sarà la meta preferita: il 93,5%, mentre il 6,5% opterà per l’estero. Chi resterà in Italia andrà soprattutto verso il mare, 41,8%, città d’arte, 35,2%, e località di montagna, 12,1%. Chi va all’estero sceglierà le grandi capitali europee, 54,2%, e il mare, 16,7%. L’alloggio preferito è l’albergo per il 25,6%, seguito dalla casa di parenti e amici con il 24,3%. Si passeranno in media 3 notti fuori casa. La spesa media pro-capite sarà di 376 euro, con un conseguente giro d’affari di circa 3 miliardi e 45 milioni di euro.
Intanto, l’indagine realizzata per il Ponte del 25 aprile dal Centro studi turistici per Assoturismo Confesercenti calcola in 5 milioni le presenze nelle strutture ricettive italiane per il Ponte del 25 aprile, con un +8% rispetto al 2019. Nel complesso prenotato il 75% delle camere disponibili. Tra le mete più gettonate, trionfano le città d’arte, con un tasso medio di saturazione vicino al 90%.
«Il tempo incerto di questi ultimi giorni allontana l’estate e favorisce i viaggi verso città d’arte e luoghi culturali – spiega il presidente di Assoturismo Confesercenti, Vittorio Messina – È necessario lavorare tutti insieme, Enit e ministero del Turismo per una promozione del territorio nei periodi meno battuti, lontani da ponti e festività. È questo l’obiettivo: accogliere viaggiatori 365 giorni l’anno. Servono interventi su lavoro per sopperire alla mancanza di personale, su fisco e sicurezza, sulla moratoria sui mutui e sul decreto per lo sblocco dei 39 milioni stanziati per le agenzie di viaggio».
Anche l’Associazione Italiana Confindustria Alberghi sottolinea: «Per i ponti di primavera è il turismo italiano a trainare il mercato». Si conferma il trend delle città d’arte che fanno il pieno anche di stranieri, ma fino al primo maggio i dati del settore alberghiero mostrano una crescita esponenziale di connazionali, pari al il 65% delle prenotazioni.
Non mancano comunque gli stranieri. Numerose le presenze dall’Europa, francesi e tedeschi, inglesi, svizzeri e spagnoli ma sul podio c’è sempre il turismo americano già ben oltre i livelli pre crisi. Risposte positive anche da altri mercati come il Brasile e dai primi segnali di ritorno dei turisti cinesi.
«Nessuna sorpresa dai ponti di primavera – Maria Carmela Colaiacovo, presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi – Le presenze alberghiere nei prossimi 10 giorni vedono dei picchi ulteriori determinati dalla combinazione favorevole delle festività che muovono il turismo interno, ma quello che ci fa ben sperare in prospettiva è la tenuta e la continuità del turismo internazionale che dimostra una particolare attenzione verso il nostro Paese».
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