by Redazione | 21 Dicembre 2017 10:00
Porti turistici: tutto rimandato alla prossima legislatura. Occasione mancata per il riordino dei porti turistici, nonostante la presentazione di un emendamento sulla legge di bilancio, firmato trasversalmente da diversi parlamentari, su impulso di Federturismo, Ucina Confindustria e Assomarinas, sono mancati i tempi tecnici per esaminare il testo. Purtroppo i termini improcrastinabili per la chiusura dei lavori in commissione per l’invio alla votazione in aula non hanno consentito di esaminare lo scritto, che aveva passato il vaglio di ammissibilità.
Firmato dagli onorevoli Arlotti (Pd), Palese (Forza Italia), Abrignani (Scelta civica – Ala), Vignali (Ncd), Ricciatti, (Mdp), Rampelli (Fratelli d’Italia), il testo prevedeva in ossequio alla recente sentenza della Corte Costituzionale la non applicazione retroattiva degli aumenti dei canoni stabiliti dalla legge finanziaria del 2017 alle concessioni già in essere a quella data.
«Siamo delusi per il risultato sfumato – ha ammesso il presidente di Federturismo Confindustria Gianfranco Battisti – confidiamo nel prossimo governo affinché si faccia chiarezza su questa complessa vicenda per mettere i porti turistici in condizione di competere».
In Italia operano circa 220 porti turistici per un totale di 83mila posti-barca.
«Non siamo mai arrivati così vicini all’obiettivo e questo ci rammarica molto – ha commentato la presidente di Ucina Confindustria Nautica, Carla Demaria – ma dobbiamo ringraziare i tanti parlamentari che si sono adoperati per sostenere questa causa».
«Questo sarà il nostro primo impegno con il nuovo governo – ha aggiunto il presidente di Assomarinas, Roberto Perocchio – affinchè si intervenga per risolvere una situazione assurda che se protratta rischia di produrre la totale paralisi di tutti gli investimenti per i porti turistici».
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