Ripartire dal nulla. Con l’obbligo di green pass, talvolta anche rafforzato, come da regole stabilite nell’ultimo decreto varato dal governo. La stagione bianca 2021-2022 proverà a colmare quell’enorme deficit di fatturato senza precedenti nella storia del prodotto-neve, che ha interessato tutti gli operatori del settore. Secondo i dati dell’Osservatorio Skipass della società di ricerca Jfc, per gli impianti di risalita si è passati da un fatturato di 3,9 miliardi di euro del 2019-2020 ad appena 50 milioni della scorsa stagione, pari al -98,7%; e per gli operatori dell’ospitalità si è passati dai 3,7 miliardi di due stagioni fa ai 285 milioni di quest’anno.
Ancora più impressionante il dato complessivo del crollo riferito a tutti i servizi che gravitano intorno alla montagna invernale: la scorsa stagione il fatturato globale si è fermato a 538 milioni di euro, contro gli 8,7 miliardi del 2019-2020, ultimo periodo florido prima della pandemia, esplosa a marzo, mese di coda per la neve.
Ora si guarda con grandi aspettative alla prossima stagione bianca e sempre Jfc di Massimo Ferruzzi, che cura l’Osservatorio Skipass, ha già fotografato le tendenze e i comportamenti dei consumatori-sciatori dell’era Covid. Innanzitutto, prenotazioni estremamente sotto data, in quanto le persone ormai attendono l’ultimo momento per riservare l’hotel e i servizi collegati (maestro di sci, skipass, noleggio attrezzature, etc.), proprio per non rischiare di dover annullare un soggiorno, ben sapendo che una parte di spesa già effettuata potrebbe andare persa.
Si riscontra, poi, la massima flessibilità rispetto a date e cancellazioni, fattore prioritario per i consumatori che ora vogliono avere la certezza di poter variare le date di arrivo/partenza e annullare la prenotazione. Fa parte del sentiment comune anche l’esigenza di rassicurazioni sulle norme igienico-sanitarie: chi pensa a un soggiorno in montagna desidera avere la certezza che nella località scelta sia riservata massima attenzione al tema della sicurezza.
Cresce, poi, la voglia di open air: emerge con estrema chiarezza l’esigenza di trascorrere – nonostante le rigide temperature invernali – più tempo all’aperto o svolgere comunque attività complementari e di svago dove il distanziamento viene assicurato.
Dal punto di vista logistico, invece, la tendenza più accentuata riguarda la richiesta di appartamenti/chalet/baite, che – secondo una discreta fetta di consumatori – rappresentano una modalità di fruizione della vacanza molto più sicura di alberghi e ski resort. Va poi aggiunto che, per aumentare le chance di vera ripartenza, gli operatori della montagna bianca italiana hanno investito in servizi, puntando soprattutto a differenziare la propria offerta rispetto ai competitor. Ragion per cui, quest’inverno, gran parte delle strutture ricettive offriranno navette personalizzate ed esclusive, tavoli privati in nuove aree dei ristoranti, Spa private, experience con le comunità locali.
Di contro, il 78% degli operatori ha ammesso di aver alzato i prezzi e un buon 51% di questi ha ritoccato molto le tariffe delle settimane bianche. A completare lo scenario della neve che verrà, alcune certezze dettate da riscontri operativi: da metà ottobre ad oggi il livello di richieste di informazioni da parte dei potenziali clienti è risultato elevatissimo, con una buona quota di conversione in prenotazioni e riavvio dei gruppi, essenziali per sostenere l’attività nei periodi di bassa e media stagione.
Inoltre, la clientela fedele risulta già pronta con conferme di soggiorno e il contestuale ritorno degli sciatori italiani “esterofili” che, per questa stagione, hanno già deciso di scegliere, per ragioni di sicurezza, la montagna nostrana. Infine, si sta manifestando un elevato interesse anche da parte degli stranieri, in particolare tedeschi e olandesi, proprio per la situazione meno preoccupante rispetto ad altre aree sciistiche confinanti.
A conti fatti, si prevede addirittura un incremento di presenze del 6,7% rispetto all’ultimo periodo pre Covid (2019-2020). Ultimo dato di un certo rilievo riguarda l’evoluzione del target: poiché con il crescente interesse da parte di nuove famiglie nei confronti del prodotto-neve, si stima che in questa stagione almeno 160mila nuclei intesi come newcomer potrebbero approcciare la montagna.
A questa fetta di clienti potrebbero aggiungersi anche i veri appassionati di outdoor – un bacino di quasi 3,7 milioni di potenziali clienti – che non hanno mai frequentato la montagna d’inverno e che potrebbero in parte scegliere una vacanza bianca come alternativa obbligata a causa dell’emergenza pandemica. Tanti se, ma anche tanti auspici, fortemente vincolati a un’unica grande questione: la sicurezza sanitaria. Gran parte di queste stime, quindi, si potranno tramutare in realtà se il potenziale ospite avrà la certezza di vivere una vacanza bianca davvero sicura e soprattutto se non scatteranno nuove restrizioni.