«L’accusa che le compagnie europee non paghino le tasse relative alle emissioni di CO2 è completamente falsa». Parola di Michael O’Leary, ceo di Ryanair presidente di Airlines for Europe (A4E), che in un incontro a Bruxelles si è scagliato contro l’Unione europea, colpevole di non sostenere gli sforzi a favore della sostenibilità compiuti dal settore aeronautico del vecchio continente.
«Introdurre nuove tasse sul trasporto aereo sarebbe una follia, dato che i vettori europei sono gli unici a sostenere i costi ambientali avendo aderito ai protocolli in materia fin dal 2013. Complessivamente, le compagnie hanno pagato nel 2018 qualcosa come 370 milioni di euro in tributi per ottemperare all’Eu Emissions Trading System , una cifra che si prevede arriverà a 590 milioni di euro nel 2019».
Al contrario, dicono all’unisono i soci dell’associazione che somma il 70% del numero dei viaggi via aria che ogni anno si svolgono in Europa, il compito dell’Unione Europea dovrebbe essere quello di aiutare le compagnie che si battono in favore dell’ambiente. «Da parte nostra, investiremo fino a 169 miliardi di euro da qui al 2030 per sviluppare tecnologie eco friendly, tra aeromobili più efficienti e carburanti sostenibili», ha proseguito O’Leary.
«Inoltre, dal 2020 entrerà in vigore lo schema predisposto dalle Nazioni Unite per il settore aeronautico che riguarda la riduzione delle emissioni nocive (Corsia, Carbon Offsetting and Reduction Scheme for International Aviation). Degli 8o Stati che già vi hanno aderito, più della metà sono europei», Thomas Reynaert, managing director di A4E.
Nelle intenzioni del programma Corsia, tra il 2021 e il 2035 si dovrebbe arrivare a una riduzione delle emissioni di CO2 pari a 2,5 miliardi di tonnellate, con le diverse compagnie aeree che potranno evitare di pagare le tasse sull’inquinamento in cambio del finanziamento di progetti climate-friendly.