Il turismo mondiale è, sì al collasso, ma gli spiragli di ripresa ora ci sono davvero. Lo hanno certificato i numeri dell’Economic Impact Report del Wttc, lo ha ribadito Euromonitor International in un webinar condotto da Caroline Bremner, head of travel research, con Wtm Global Hub.
La spesa mondiale del turismo inbound nel 2020, causa pandemia, ha subito un calo del 57% nei dati di Euromonitor, ma nel 2021 le previsioni non sono poi così male e parlano di un rimbalzo dell’82% almeno. I fattori di spinta imprescindibili per bruciare le tappe? Vaccinazioni di massa e test anti Covid a tutto spiano, chiaramente.
«Un altro scenario, più pessimistico, ma altrettanto realistico – spiega Bremner nel corso dell’appuntamento online Travel Industry Update with Euromonitor 2021 – è quello di una crescita del 40%, portando a una ripresa con una tempistica più prolungata, che porterebbe la spesa turistica globale ai livelli pre Covid nel 2024».
Ma che profilo sta assumendo il nuovo consumatore? «La nostra ultima Voice of the Consumer global survey – aggiunge Bremner – ha rilevato come il 66% delle persone sia concentrato sulla sostenibilità e intenzionato ad avere un impatto positivo sull’ambiente. Questo considerando il peso del tema relativo al cambiamento climatico e il percorso che ci porta verso Cop 26, ovvero la 2021 United Nations Climate Change Conference. Per questo le aziende, come ad esempio easyJet, stanno lavorando a un turismo climate friendly, in questo caso con un progetto di lungo termine per avere una flotta a zero emissioni di carbonio».
«Infine, si consolida – conclude la head of travel research di Euromonitor International – la forte propensione verso il digitale e le experience, così come i brand vengono visti sempre più come attori sociali e non solo economici, assumendo in sostanza un ruolo politico di guida».