by Giulia Di Camillo | 28 Novembre 2024 10:22
Viaggi, viaggi e ancora viaggi. Nel 2023 il valore delle prenotazioni globali nel settore turistico ha raggiunto la cifra impressionante di 722 miliardi di dollari (circa 685 miliardi di euro) e si prevede una crescita costante del 6%-9% all’anno. Tutto questo porterà un valore stimato di 824 miliardi di dollari (circa 782 miliardi di euro) entro il 2026.
I numeri appartengono a Phocuswright e sono stati presentati dall’analista per l’Italia Giancarlo Carniani, durante il Day 1 della Bto – Be Travel Onlife 2024, promossa da Regione Toscana e Camera di Commercio di Firenze e organizzata da Fondazione Sistema Toscana, Toscana Promozione Turistica e PromoFirenze. La 16ª edizione – sempre con L’Agenzia di Viaggi Magazine media partner – si è aperta alla Stazione Leopolda nel segno del “Balance: Ai Confluence in Travel”, ovvero della ricerca dell’equilibrio tra l’intelligenza artificiale e il valore dell’interazione umana[1].
«Che il turismo rappresenti oggigiorno un bene irrinunciabile per la gente lo dicono i numeri», ha spiegato Carniani. Ciò che più di tutto indirizza la scelta di una destinazione piuttosto di un’altra è lo scenario che un luogo può offrire; questo vale per il 31% degli europei.
Diminuisce ancora il last minute, la tendenza generale è di prenotare tra un mese e quattro mesi prima. Quando si prenota, inoltre, il 53% dei viaggiatori continentali ha già un’idea della destinazione che vuole visitare, e il 67% predilige gli hotel, che restano la prima scelta.
Dai dati emerge anche il consolidato e crescente ruolo della tecnologia. La realtà virtuale è utilizzata dal 64% dei viaggiatori europei per esplorare hotel e attrazioni prima della prenotazione, mentre la realtà aumentata è apprezzata per le sue funzioni pratiche, come le traduzioni in tempo reale (50%) e le informazioni interattive (47%).
L’intelligenza artificiale generativa sta iniziando a prendere piede concretamente, tuttavia l’utilizzo pratico dell’Ai per scopi turistici è ancora più diffuso negli Stati Uniti (39%) rispetto all’Europa (29%), con una preferenza per la pianificazione di attività, voli e alloggi. «Certamente c’è molta più consapevolezza di questo fenomeno – ha aggiunto Giancarlo Carniani – In Europa la percentuale di awareness è del 70%, negli Stati Uniti siamo all’85%».
Infine i social media: il più usato resta Instagram, e i viaggiatori traggono maggiore ispirazione da amici e parenti (50% degli europei), dalle Ota (39%) e dagli agenti di viaggi (31%).
«A un anno dall’introduzione dell’intelligenza artificiale nelle nostre vite, abbiamo voluto indagare il rapporto che c’è tra questo nuovo straordinario strumento e il turismo, aprendo una discussione su come potrà evolversi in futuro – ha spiegato il direttore scientifico di Bto 2024, Francesco Tapinassi – La grande sfida è capire come si evolverà il comparto, pur tenendo sempre a mente che l’Ai non è nemica dell’uomo, ma se usata consapevolmente può contribuire a migliorare l’esperienza di viaggio».
Sul palco della Leopolda si è parlato anche di come la robotica collaborativa stia ridefinendo l’ospitalità, mercato che nel settore alberghiero sta attraversando una fase di sviluppo con un tasso di crescita annuale del 25,4%. Tra i fattori trainanti l’aumento dell’efficienza operativa, la riduzione dei costi del lavoro e il miglioramento dell’esperienza degli ospiti, mentre le applicazioni più comuni sono la pulizia, il servizio in camera, la reception e l’assistenza ai clienti. L’impatto sull’occupazione prevede una trasformazione significativa dei lavori esistenti (75%), con una minore percentuale di posti di lavoro completamente sostituiti (8%) o creati (3%).
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