Privacy, il 70% delle aziende non rispetta il Gdpr
Circa il 70% delle aziende di tutto il mondo non è riuscito a rispondere alle richieste da parte degli utenti di ottenere una copia dei propri dati personali entro un mese. Così come stabilito dal Gdpr, il General Data Protection Regulation, efficace nei Paesi dell’Unione europea dal 25 maggio scorso. I risultati peggiori, però, sono stati registrati proprio all’interno dell’Ue (principalmente nel settore retail), con il comparto digitale e finanziario più abile a districarsi con le regole imposte dal nuovo regolamento europeo.
A pubblicare le percentuali ci ha pensato una ricerca condotta da Talend, società specializzata in soluzioni cloud di integrazione dati, che ha intervistato oltre cento aziende con sede o operanti nell’Unione europea. «Mentre molti player comprendono l’importanza del Gdpr, altrettanti non hanno ancora messo in atto le soluzioni necessarie per gestire correttamente i dati in termini di tecnologie e processi – ha dichiarato Penny Jones, research director di 451 Research – Di conseguenza, tante aziende non assolvono gli obblighi dettati dal nuovo regolamento sulla privacy. Risultato? Non si è in linea per quanto riguarda i metodi di archivio, gestione e recupero dei dati».
Fuori dall’Europa, fa sapere Talend, l’approccio sembrerebbe essere più proattivo nei confronti del Gdpr. Il regolamento (va ricordato) si applica anche alle imprese extra-Ue che offrono servizi o prodotti a persone che si trovano in territorio comunitario.
In ogni caso, le aziende totalmente conformi al Gdpr hanno impiegato oltre dieci giorni per rispondere alla richiesta di copia dei dati dei propri clienti, e il tempo medio complessivo di risposta è stato di 21 giorni. Solo alcune (soprattutto nel campo digital e finanziario) sono state più rapide, consegnando il materiale dovuto alla clientela in un solo giorno.
