Professioni turistiche, ricetta per “riscattare” le competenze
Rilanciare tutte le professioni turistiche, a partire dalle guide turistiche e ottimizzare modelli di alta formazione: due must più volte ribaditi al recente meeting promosso da Confapi, Anpa, Angt al quale hanno partecipato numero associazioni di categoria in rappresentanza delle principali figure professionali della filiera.
Partendo dalle guide turistiche, Anna Bigai, presidente di Angt, ha dichiarato: «Serve per le guide un’abilitazione regionale obbligatoria per la dignità professionale e soprattutto per una doverosa illustrazione del patrimonio storico-artistico del Paese. Una guida nazionale sarebbe una figura incompleta e, scadendo il ruolo e la professionalità di queste figure, si danneggerebbe l’immagine stessa del Paese».
In difesa della specializzazione di queste figure sono poi intervenuti anche Roberto Dal Cin, presidente nazionale Confapi Turismo, Simona Fanelli, vice presidente Angt, e Francesca Duimich, presidente Federagit Lazio.
Una delle prime emergenze da affrontare è quella legata alle nuove generazioni, come ha evidenziato Enrica Montanucci, presidente delle agenzie di viaggi Maavi: «Purtroppo i giovani si sono allontanati da certi lavori del settore turistico, a partire proprio dalle guide. E allora dobbiamo insegnare ai giovani che per fare una professione, come un adv, un accompagnatore, una guida turistica, significa studiare, aggiornarsi, usare la tecnologia. Inoltre, ognuno deve fare la sua parte e se vogliamo chiamarci impresa, dobbiamo fare gli imprenditori. Questo è un settore che va riorganizzato completamente. Ed è solo con questi approcci che possiamo davvero fronteggiare e sconfiggere l’abusivismo».
E riguardo al ruolo che deve assumere lo Stato Stefano Corbari, presidente di Fiavet Lazio, ha ricordato l’importanza di avere una componente pubblica proattiva, in grado di assicurare alle imprese turistiche quei servizi indispensabili per poter compiere un buon lavoro nell’incoming: «Dai servizi igienici agli spazi per i pullman, dall’abusivismo sempre più invasivo all’allestimento di bandi a disposizione delle agenzie turistiche realmente efficaci e appetibili. Noi siamo ancora in attesa, ad esempio, dei rimborsi per i pacchetti Lazio Experience che ci hanno lasciati esposti per migliaia di euro. Poi bisogna lavorare con fornitori e professionisti che possano far aumentare il valore del viaggio che l’adv deve vendere. In una frase: avere a disposizione pacchetti che includano l’assistenza e la consulenza di veri professionisti per la fruizione di un prodotto turistico. In tal senso, sono pienamente d’accordo per l’istituzione di un Albo professionale delle guide, magari regionale, per profilare al meglio una figura essenziale nella riuscita di un soggiorno turistico, con la piena soddisfazione del cliente».
Sul tema della formazione è intervenuta Cristina Ciferri, presidente di Anpa – Accademia Nazionale Professioni Alberghiere, tra i promotori del meeting: «Lavoriamo per cogliere le esigenze delle imprese alla ricerca di nuove figure professionali, come gli specialisti in tecnologie digitali, in comunicazione, competenze di tipo commerciale, come ad esempio le figure sempre più ricercate di sales marketing manager e revenue manager. Ma va detto che oggi l’elemento focale è la necessità di reperire personale specializzato per quei ruoli che spesso non vengono considerati strategici per il successo di un’impresa alberghiera, vedi professioni che sono il backstage dell’attività e riguardano i reparti housekeeping e food and beverage che vengono sempre più spesso abbandonati».
«Altra emergenza delle imprese – ha aggiunto – è reperire figure come facchini, governanti, guardarobiere, aiuto-cuochi, e camerieri e tutte quelle figure specialistiche al momento irreperibili nel mercato del lavoro. Esiste un gap in tal senso tra scuole e mondo del lavoro, dovuto a una disattenzione anche dei giovani e a un disimpegno delle imprese a investire nella formazione. Sarebbe necessario creare dei protocolli che obblighino la formazione continua. E passare a formule di istruzione per le professioni alberghiere in modo innovativo, tornando sul campo, riproponendo formule come Hospitality School. Le nuove generazioni devono anche comprendere gli standard del lavoro richiesti. È importante continuare a gratificare i giovani con gli stage perché si trova ancora difficoltà ad avere imprese disposte a investire in tal senso. Da 30 anni portiamo avanti, come realtà privata, un modello di alta formazione turistico-alberghiera, che copre tutti i comparti turistici, dal front office al back office, e la nostra attività è stata portata avanti anche grazie a una continua attenzione alle esigenze delle imprese e delle associazioni di categoria. Siamo impegnati ad allineare la nostra formazione al mercato del lavoro».
Al termine dei lavori, Francesco Cecilia del direttivo Nazionale Confapi Turismo, tra i promotori del meeting, si è detto soddisfatto degli esiti del dibattito che ha dimostrato l’unitarietà di intenti delle varie figure professionali che operano nel turismo, rilanciando il valore di fare lobbying a tutela delle singole professionalità, per far crescere in modo sano un comparto vitale per il sistema economico del Paese.