by Roberta Rianna | 7 Settembre 2023 12:53
Quando Nicola Lagioia scrive, non si può far altro che fermarsi e leggere. Romanziere di professione – suoi capolavori come La ferocia e La città dei vivi – è stato fino allo scorso anno direttore illuminato, anche se talvolta contestato, del Salone internazionale del libro di Torino. Oggi è, tra le altre cose, direttore editoriale di uno degli ultimi fenomeni in fatto di informazione: la rivista multimediale Lucy sulla Cultura[1].
Ma Nicola Lagioia ha anche un’altra importante caratteristica: è nato a Bari e, seppur viva a Roma e frequenti il mondo, la pugliesità è un tratto indelebile nella sua produzione artistica. Oggi, complice il rientro delle vacanze, si ritrova – senza alcun doppio fine, s’intende – a scrivere di turismo nella sua regione. Regione che ha appena varato la sua nuova mega campagna di comunicazione[2].
Lo fa attraverso un post su Instagram in cui, sì, elogia le bellezze segrete della sua terra, ma punta anche il dito contro la «bolla turistica che rischia di scoppiare», sperando che «non debba mai esserci una Puglia-shire».
È così che oggi Lagioia impreziosisce a sua insaputa le pagine de L’Agenzia di Viaggi Magazine con un testo che abbiamo deciso di riportare integralmente, al netto delle foto dei trulli e di Cisternino, che potrete visionare qui[3].
Poi sono andato in Puglia. Con la mia regione (la Puglia non è una regione, è un continente) ho un particolare rapporto di scoperta. Ne conosco i segreti, me ne dimentico come con le vite passate, così devo tornare.
C’era una Puglia del cono d’ombra (quella in cui Domenico Modugno si fingeva siciliano), c’è stata (c’è) una Puglia che ha imparato a guardarsi in uno specchio speciale, a raccontare in favore di luce ciò che vedeva di sé e degli altri attraverso sé… c’è una Puglia del risveglio… ma anche una Puglia (svegliatasi dalla parte sbagliata del letto) dove la bolla turistica rischia di scoppiare, spero non debba mai esserci una Puglia-shire… esiste invece una Puglia più lenta e profonda (ma il contrario del pittoresco, dell’anticato) a cui guardiamo come un’immagine futura, qualcosa che viene da lontano e si farà. In Puglia mi è capitato di incontrare alcune delle persone più emancipate e meno provinciali che abbia conosciuto, individui che non assomigliavano a nessun altro, difficili anche da raccontare (perché fuori dagli abituali schemi interpretativi, oppure al contrario perché del tutto sprofondate in un canone di cui, credendo di poterne fare a meno, smarriamo il codice).
Qui è Cisternino (saluti a Micro). Con A e M siamo andati a passeggiare sulla via degli acquedotti, il paesaggio era talmente bello che non sono riuscito a scattare mezza foto. A un certo punto, nella valle e tra gli alberi, abbiamo sentito cantare. Erano le ragazze e le donne dell’ashram Bhole Baba, fondato da Lisetta Carmi. Ho qualche conoscente lì (ciao Libero! ora magari leggerai e mi rimprovererai), ma il canto era così potente che non mi sono avvicinato. “Ascolta, non disturbare”. Ea una di quelle giornate in cui ero distratto, stanco, poco ispirato, persino il mio silenzio non andava bene. Ascoltavo da lontano, non così lontano, loro continuavano a cantare.
All’intervento di Nicola Lagioia sulla sua pagina Instagram è seguito un dibattito sul “problema turismo”, che lui stesso ha smorzato con le seguenti parole: «Il turismo va bene. Bisogna evitare che diventi selvaggio e che porti più bruttezza che ricchezza». Tra i commenti si distingue quello di Eligia Napoletano (nome in codice eligianap), che per noi funge da chiosa: «Poche righe per dire tutto. Difendiamo con le unghie e con i denti l’autentico. Tu con le parole lo fai benissimo, noi con i fatti lo stiamo facendo malissimo».
Source URL: https://www.lagenziadiviaggimag.it/puglia-lo-scrittore-nicola-lagioia-attenzione-alla-bolla-turistica/
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