Neanche il tempo di veder decollare i primi voli Neos sulle Canarie, che una durissima polemica – condotta in primis dagli albergatori – ha travolto il travel: perché, per Pasqua, si potrà viaggiare all’estero e in Italia no? Una presa di posizione che ha prodotto il suo frutto peggiore: la decisione del ministro della Salute, Roberto Speranza, di firmare un’ordinanza che dispone, oltre ai tamponi obbligatori, per arrivi e rientri da Paesi dell’Unione europea, anche la quarantena di 5 giorni. Un provvedimento valido fino al 6 aprile, ossia il giorno dopo Pasquetta, che tira al freno a quella “ripartenza” che avevamo celebrato con così grande entusiasmo.
Immediata la reazione di Astoi che incassa un’immeritata sconfitta, nonostante il lavoro di cesello delle ultime settimane: «Quarantena al rientro dall’Ue? Così abbiamo perso tutti», dichiara all’Ansa il presidente dei tour operator Pier Ezhaya, protagonista tra l’altro dell’impresa privata dei primi pacchetti Covid Tested targati Alpitour. «Francamente non vediamo alcuna logica in questa misura sanitaria e non riusciamo a scollegarla dalle polemiche di questi ultimi giorni sul fatto che si possa viaggiare in alcuni Paesi esteri per Pasqua», è l’affondo del numero uno Astoi.
«Sembra un’ordinanza ad hoc – prosegue – Le frontiere in Europa sono aperte, e non da sabato, ma da diversi mesi», con tanto di viavai di voli low cost. «Noi abbiamo un solo volo partito nel weekend e uno che partirà il prossimo, ed è scoppiato l’incendio. Non possiamo non vederlo come un attacco personale e ci dispiace molto», aggiunge.
Per Ezhaya, il settore avrebbe dovuto incedere compatto, evitando le divisioni, «tifando per tutti i tipi di turismo». E invece sull’altare della pandemia è stato nuovamente sacrificato l’outgoing, in una sorta di illogico mal comune mezzo gaudio.
Forte reazione anche da parte di Luca Patanè, presidente Confturismo e vicepresidente Fto, secondo cui si tratta di una «guerra tra poveri». «Non serve fare la lotta tra hotel, agenzie di viaggi e tour operator. Siamo tutti nella stessa barca, che sta affondando. Siamo un unico comparto che deve urlare al governo l’emergenza pazzesca in cui ci troviamo. È passato più di un anno e passeranno ancora mesi prima che si riveda la luce. E non sono quei quattro soldi di ristori che ci possono salvare. Bisogna fare dei corridoi veri, che funzionino».
Sul tema era stato chiamato a intervenire anche il responsabile del Turismo Massimo Garavaglia, che in un’intervista a Il Corriere della Sera aveva detto la sua sulla ripartenza. «Il turismo è sia in entrata che in uscita, cosa dobbiamo fare? Impedire alle persone di partire? L’obiettivo di tutti è tornare al più presto a garantire anche la mobilità interna, per questo è fondamentale accelerare il piano vaccinale. Se però mi chiede che senso ha un divieto di circolazione tra le zone arancioni, le rispondo nessun senso. L’ideale sarebbe entrare dopo Pasqua tutti in zona gialla e tornare a muoversi, ma dipende solo dai dati», aveva affermato il neo ministro leghista.
A dettare legge, dunque, sarà la curva epidemiologica e il raggiungimento dell’immunità di gregge che, a detta del premier Mario Draghi e in linea con le previsioni europee, «dovrebbe essere raggiunta entro luglio».
Agli albergatori, poi, Garavaglia aveva rivolto una rassicurazione: «Lo scorso anno siamo andati in vacanza? Bene, succederà anche quest’anno. Questa estate sarà come quella del 2020, anzi migliore». Secondo il ministro, che si dice continuamente «ottimista» e auspica riaperture in Italia «molto prima dello scorso anno», gli imprenditori turistici italiani «sbagliano a essere così preoccupati, anche loro sanno che questa estate sarà diversa. Prima di tutto ci sono i vaccini, ma poi abbiamo l’esperienza del passato, i comportamenti sono più responsabili»
Tra le proposte a sostegno del travel anticipate da Garavaglia «una decontribuzione flessibile per le imprese del settore del turismo che richiamano i lavoratori dalla cassa integrazione», oltre a «soluzioni finanziarie per alleggerire la situazione debitoria delle aziende turistiche».
A questo si aggiungerà una seconda ondata di sostegni del governo Draghi, con la richiesta – come già annunciato – di un nuovo scostamento di bilancio, «ma io penso – conclude Garavaglia – che presto i sostegni arriveranno dal fatturato».
Sostegni che, alla luce della nuova ordinanza di Speranza che impone la quarantena a chi rientra dall’Ue, saranno solo una goccia in mezzo all’oceano della crisi.