Salviamo il Natale (e non solo). È l’appello dei principali stakeholder del settore viaggi e turismo che vede in prima linea Airlines4Europe, l’European Travel Commission e il Wttc, rivolto ai governi Ue per ottenere subito un allineamento delle misure anti Covid tra i Paesi membri, altrimenti ci si dirige verso “un ennesimo disastro economico per il turismo”.
L’appello è rivolto ai governi del Vecchio Continente soprattutto per salvare il periodo delle festività natalizie e gettare le basi per un pieno rilancio della filiera dei viaggi. Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) ha dichiarato che nell’attuale situazione epidemiologica le restrizioni ai viaggi sono inefficaci nel ridurre la trasmissione del virus, i ricoveri o i decessi.
In queste circostanze, considerando che la popolazione adulta dell’Ue è vaccinata per il 76,6% circa e con la trasmissione comunitaria già elevata nella maggior parte degli Stati membri, le misure volte a limitare l’attraversamento delle frontiere non porterebbero effettivamente alcun beneficio per la salute pubblica, ma avrebbero un impatto negativo sulle economie locali. Le restrizioni di viaggio obbligatorie e i protocolli di salute pubblica devono dunque essere basati su forti prove del beneficio, nonché su principi di proporzionalità.
Secondo l’ultima ricerca del Wttc, quest’anno potrebbero essere persi fino a 900mila posti di lavoro se le restrizioni ai viaggi verranno reintrodotte quest’inverno. Inoltre, i governi di tutta l’Unione europea – si legge nella nota diffusa da A4E – potrebbero vedere cancellati fino a 35 miliardi di euro dal contributo del settore all’economia prima della fine del 2021 se tornassero in vigore severe restrizioni ai viaggi. Se poi le restrizioni dovessero rimanere bloccate per gran parte del prossimo anno, potrebbero verificarsi perdite fino a 143,7 miliardi di euro per l’economia dell’Ue.
Il turismo europeo – prosegue l’appello dell’industria dei viaggi – non può funzionare con approcci nazionali incoerenti e in continua evoluzione. Vista dai mercati extra Ue, l’Europa appare ancora una volta sempre più una macroregione turistica dai complicati e differenziati meccanismi di accesso alle destinazioni turistiche. Il coordinamento è l’unica soluzione per proteggere il settore dagli effetti di questa prolungata incertezza in Europa.
L’anno scorso sono stati persi oltre 2 milioni di posti di lavoro nel settore dei viaggi e del turismo in tutta l’Ue e l’ultima ricerca del Wttc rivela che se le restrizioni su larga scala fossero applicate nel 2022, l’anno prossimo sarebbero in gioco altri 3 milioni di posti di lavoro. In questo contesto, le parti interessate ai viaggi e al turismo sottolineano l’importanza di attivare subito provvedimenti condivisi.
Gli Stati membri dovrebbero adottare e attuare con urgenza un approccio comune e pienamente allineato sull’ammissibilità e sulla tempistica delle dosi di richiamo per estendere la validità della vaccinazione e garantire inoltre che ciò si rifletta pienamente e sia collegato all’uso continuato del green pass Ue. La mancata adozione e attuazione di un tale approccio comune porterebbe inevitabilmente a divergenze procedurali inaccettabili nei regimi di viaggio, compromettendo non solo la libertà di movimento, ma anche la fiducia dei cittadini nelle risposte europee e nazionali agli attuali sviluppi epidemiologici. In buona sostanza i cittadini idonei della popolazione generale dovrebbero avere uguale e tempestivo accesso a queste dosi di richiamo come richiesto.
Ecco la roadmap suggerita agli Stati membri per aggiornare e allineare ulteriormente le proprie regole e restrizioni di viaggio: armonizzazione dell’elenco dei vaccini riconosciuti; sostituzione dei complessi sistemi ‘a semaforo’; riconoscimento da parte di tutti gli Stati membri dei vaccini approvati dall’Oms; digitalizzazione delle procedure di verifica; test dell’antigene sistematicamente accettati come alternativa ai test Pcr più lenti e costosi.